Eccidio Cottarelli, l'ergastolo annullato: "Mancano solidi riscontri"

La Corte di Cassazione su Salvatore Marino, accusato insieme al cugino Vito di aver sterminato una famiglia

Vito e Salvatore Marino (Fotolive)

Vito e Salvatore Marino (Fotolive)

Brescia, 29 novembre 2017 - Se per Vito Marino si può parlare di «riscontri dotati di spessore e univocità tali da giustificare una pronuncia di condanna in riforma di una precedente assoluzione», per il cugino Salvatore «non valgono i solidi riscontri a carico di Vito, a partire dal movente economico».

Questo uno dei passaggi della pronuncia della corte di Cassazione che lo scorso 5 ottobre ha confermato l’ergastolo per Vito e annullato quello di Salvatore rinviando gli atti alla Corte d’Appello perché celebri un nuovo processo nei confronti del 57enne accusato di avere ucciso insieme al cugino e a Dino Grusovin (quest’ultimo è stato condannato a 20 anni per avere partecipato alla mattanza) il 28 agosto 2006 Angelo Cottarelli, la moglie Marzenna e il figlio Luca di 17 anni nella loro abitazione del quartiere di Urago Mella, a Brescia.

«La sentenza impugnata dimostra di non affrontare un profilo che invece andava approfondito - si legge nelle motivazioni - Ossia che il collaboratore (Grusovin) nelle dichiarazioni rese prima della condanna definitiva, che non ha potuto successivamente smentire, aveva tutto l’interesse a collocare sulla scena del crimine in un secondo momento Salvatore, affermando che era sopraggiunto armato a bordo della Bmw del cugino, e ad introdurre il riferimento ad un quarto uomo che si sarebbe recato con lui e con Vito Marino prima di Salvatore a casa dei Cottarelli, in conformità della testimonianza sulle tre persone viste arrivare a bordo della Punto ed entrare nella villetta dei Cottarelli». Per il giudice ci si troverebbe di fronte a «lacune e incertezze, se non contraddizioni, motivazionali» che bastano per imporre l’annullamento della sentenza nei confronti di Marino Salvatore (dopo la condanna in secondo grado del 31 maggio 2016 insieme al cugino Vito ha fatto perdere le sue tracce) che dopo la cessazione della misura della custodia cautelare è tornato libero.