Macello degli orrori, corteo animalista a Ghedi: "Richiuda subito"

Il Fronte animalista denuncia: "Ha riaperto con un banale cambio di intestazione il macello finito sotto inchiesta". L'ex Italcarni ora si chiama Adm

La Italcarni di Ghedi

La Italcarni di Ghedi

Ghedi, 14 gennaio 2017 - "Italcarni deve richiudere subito. Nessuna tregua per questi infami assassini". E' la richiesta del Fronte animalista che stamani ha organizzato a Ghedi una manifestazione contro la riapertura del macello "degli orrori", come è stato battezzato dopo l'inchiesta che nell'ottobre 2015 era sfociata nel sequestro dell'azienda ad opera della magistratura. Italcarni, sulla cui vicenda è in corso il processo di primo grado la cui sentenza è attesa per il 30 gennaio, è finita sul banco degli imputati con l'accusa di maltrattamenti di animali e di produzione di carni con cariche batteriche anche 50 volte superiori ai limiti di legge.

"Abbiamo saputo che ora il macello ha riaperto con un banale cambio di intestazione. Ora è intestato alla moglie del titolare sotto processo - dice Roberto, referente del Fronte animalista - Peraltro una parente del sindaco che in questa vicenda non ha mai preso posizione. E' una vergogna". Italcarni infatti ha cambiato insegna. Ora si chiama Adm e la proprietà è di Ivonne Cosio, consorte di Federico Osio, che ha chiesto di patteggiare una pena di due anni e mezzo. Circa cinquanta persone provenienti da Brescia e non solo - registrate presenze dal Veneto, dalla Liguria, dal Piemonte e dall'Emilia - dopo essersi date appuntamento davanti al municipio hanno sfilato per Ghedi fino a ritrovarsi davanti al macello. Durante il percorso si è registrato un momento di tensione quando gli attivisti hanno visto per caso transitare un camion vuoto dell'azienda. Sono volati insulti, urla e qualche spintone ma la situazione è stata mantenuta sotto controllo dalle forze dell'ordine.