Torbiere, allarme animali clandestini: "E' un'invasione, basta abbandoni"

Carassio, gamberi della Lousiana e tartarughe. "Inserire un esemplare di fauna non tipico del posto è, in genere, un comportamento scorretto"

Torbiere del Sebino

Torbiere del Sebino

Brescia, 24 gennaio 2017 - La Riserva  Naturale delle Torbiere del Sebino non è un luogo ove abbandonare animali. Questo tipo di comportamento ha causato già troppi danni all’ecosistema e all’equilibrio dell’area. Nessuna specie andrebbe inserita in un ambiente naturale che non è suo perché rischia di danneggiarlo». L’appello arriva da Emma Soncini, presidente dell’Ente di Gestione delle Torbiere del Sebino, in cui sono presenti migliaia di esemplari di animali alloctoni, che stanno causando danni probabilmente ormai irreparabili. «Inserire un esemplare di fauna non tipico del posto è, in genere, un comportamento scorretto – spiega l’ittiologo Marco Mancini – basti pensare ai problemi che causano il pesce siluro, il carassio e il persico trota americano. Si tratta di animali voraci, che decimano la fauna autoctona. Il carassio, per esempio è un ovofago, il siluro e il persico trota americano mangiano un po’ di tutto: anche piccoli animali».

A creare difficoltà sono anche il gambero della Louisiana, che arriva fino a 20 centimetri di lunghezza e il gambero americano, che raggiunge i 12: «Non solo mangiano uova e plancton, ma scavano le rive, così come fanno le nutrie, che in Torbiera sono in crescita. Queste ultime sono anche ghiotte di canneto giovane». Altro temibile nemico per la Riserva è la tartaruga “Trachenis scripta scripta” o “scripta elegans”, ovvero la tartaruga d’acqua, che fino a qualche mese fa poteva essere legalmente venduta. Ora, come ha comunicato l’Enpa nei giorni scorsi, è diventata uno degli esemplari la cui vendita è proibita dall’Unione Europea.

«Questi animali hanno un carapace che arriva circa a 40 centimetri. La “scripta scripta” è più grande della “elegans”. Il loro peso può essere anche di cinque chili. Mangiano tritoni e vegetazione. Inoltre stanno sostituendo la tartaruga italiana, più piccola, debole e schiva. In Torbiera si trovano nella zona delle ex cave di argilla e nelle lame». Più graziose ma certo non meno temibili sono le minilepri. Mangiando molta vegetazione hanno un forte impatto sulle specie endemiche autoctone vegetali.