Accoltellò la compagna e il suocero, il pm chiede otto anni

Il bresciano 42enne accusato di tentato omicidio si difende in aula: "Non volevo uccidere nessuno"

L'arresto era stato effettuato dalla polizia

L'arresto era stato effettuato dalla polizia

Brescia, 23 marzo 2017 - Otto anni di carcere. Questa la richiesta di condanna nei confronti di un 42enne bresciano di origine sarda, L.S. le sue iniziali, che nel gennaio di un anno fa nel corso dell’ennesima lite con la compagna l’aveva accoltellata ferendo poi anche il padre della donna che era intervenuto in difesa della figlia. Tentato omicidio e lesioni gravissime i reati di cui il 42enne deve rispondere. Il gup Giovanni Pagliuca - il processo di sta celebrando con il rito abbreviato - al termine della discussione si è preso tempo fino al prossimo 12 aprile per emettere la sentenza.

Il 42enne, alle spalle una lunga serie di precedenti e detenuto in carcere dal gennaio del 2016 per la brutale aggressione nei confronti della compagna e del suocero, ieri era in aula. "Ho fatto del male e questo lo ammetto, ma non volevo uccidere nessuno - ha spiegato in aula - Stavamo litigando e in un attimo ho perso la testa". Per questo motivo il suo legale ha chiesto che il reato di tentato omicidio venga riqualificato in lesioni gravissime.

La lite tra il 42 enne e la compagna, una ragazza bresciana del 1977, era scoppiata nell’appartamento che la coppia divideva nel quartiere Perlasca, zona di Lamarmora a Brescia Due. Non era a prima volta che i due litigavano e che lui alzava le mani contro la compagna (l’ultima volta che erano intervenute le forze dell’ordine era il marzo 2015) che però non aveva mai denunciato completamente ciò che accadeva tra le mura domestiche. La sera del 19 gennaio di un anno fa l’ennesima accesa discussione e ancora una volta le minacce, le botte.

La donna nonostante il dolore e la paura era riuscita a telefonare ai genitori che abitano in un altro appartamento del quartiere popolare del capoluogo. Al loro arrivo il padre e la madre della donna, lui 68 anni e lei di tre più giovane, avevano trovato il compagno della figlia fuori di sé. Avevano provato a farlo ragionare ma per tutta risposta la mamma della convivente era stata colpita finendo a terra. 

A quel punto il 42enne aveva impugnato un coltello e con questo aveva colpito al ventre la ragazza. Il padre per evitare che accadesse il peggio si era messo in mezzo e aveva ricevuto pure lui due coltellate: una alla schiena e una alla spalla. Una volta a terra il 68enne era stato colpito con calci e pugni con una violenza tale che in seguito all’aggressione ha perso un occhio. Solo l’intervento della Volante del commissariato Carmine aveva impedito il peggio. Il 42enne era stato arrestato mentre i feriti trasportati in gravi condizioni in ospedale.