Caffaro, bonifica a rilento. Colpa anche del precario

Al Ministero personale a termine addetto ai fondi

Una parte del sito bresciano che dovrà essere bonificato

Una parte del sito bresciano che dovrà essere bonificato

Brescia, 22 maggi 2015 - C'è anche la precarietà a complicare la risoluzione del caso Caffaro a Brescia. Bonificare il Sito d’interesse nazionale, che comprende un’area di 7 km quadrati nel cuore della città, impregnati del Pcb e diossine della Caffaro che superano i limiti per migliaia di volte, è già molto impegnativo per la vastità della contaminazione, la varietà delle matrici ambientali coinvolte (suolo, rogge, falda), per l’impegno economico richiesto: basti pensare che l’Ispra ha stimato il danno ambientale in 1 miliardo di euro.

Servono, dunque, energie e risorse costanti e stabili, ma chi segue la questione al Ministero è fatto da assegnisti di ricerca, precari loro malgrado, in balia di rinnovi e scadenze. Un effetto lo si è visto, ad esempio, sulla questione dei 50 milioni che il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti aveva promesso di trovar per Brescia a settembre 2014. A febbraio scorso, l’annuncio: i soldi arriveranno in primavera. Poi non se n’è saputo più nulla. In realtà, l’iter era fermo perché nel frattempo erano scaduti i contratti degli assegnisti di ricerca che si occupano della questione. PERICOLO Dall’esterno e all’interno una parte del sito bresciano che dovrà essere bonificato: il danno quantificato dall’Ispra è di 1 miliardo Caffaro .Ph Fotolive Archivio AlabisoCaffaro .Ph Fotolive Archivio Alabiso

Si è dovuto attendere il rinnovo, perché la Regione potesse chiedere al Comune di Brescia di fare la «lista della spesa» (ovvero le necessità da coprire con i fondi) da inviare al Ministero dell’Ambiente. La richiesta è stata in effetti inviata la scorsa settimana, all’interno del piano di rifinanziamento del programma nazionale di bonifica, e prevede l’arrivo a Brescia di 40 milioni di euro. I soldi saranno ripartiti tra messa in sicurezza delle rogge (10 milioni), messa in sicurezza della falda (13 milioni), delle aree pubbliche (7 milioni) e private (4 milioni), che sono all’interno del Sin. In più 6 milioni andranno alla bonifica delle discariche Pianera e Pianerino a Castegnato, Vallosa a Passirano e Caprera a Brescia. Perché siano sbloccati i soldi, però, ora bisogna attendere il via libera del Mef che ha anche in mano la questione della nomina del Commissario straordinario per la bonifica. Il designato è Roberto Moreni, ex dirigente del Comune, dopo l’esclusione dell’ex direttore di Arpa Brescia Andrea Sesana, coinvolto nell’inchiesta sulla bonifica dell’ex Sisas di Pioltello. L’annuncio che Brescia avrebbe avuto un commissario lo aveva dato il ministro Andrea Orlando nell’estate 2013. La nomina, però, non è ancora arrivata, eppure la sua presenza dovrebbe accelerare le procedure per il reperimento di fondi ed il coordinamento delle bonifiche. Solo ieri è stata presentata alla città la prima area pubblica bonificata del Sin, a quattordici anni dalla scoperta ufficiale della contaminazione: si tratta del giardino di un plesso scolastico, dove per sei anni i bambini di scuola materna ed elementare hanno convissuto con i cantieri.