Almè, comune videosorvegliato, “accende’’ nuove telecamere

Le critiche di chi lo accusa di essere un sindaco di centrosinistra con idee di destra non lo scalfiscono minimamente. Anzi di MICHELE ANDREUCCI

Videosorveglianza in città (Calavita)

Videosorveglianza in città (Calavita)

Almè, 9 novembre 2015 - Le critiche di chi lo accusa di essere un sindaco di centrosinistra con idee di destra non lo scalfiscono minimamente. Anzi. Luciano Cornago, sindaco di Almè a capo della lista civica “Insieme per Almè” è sempre convinto della bontà della sua iniziativa: l’installazione di 46 telecamere in un paese esteso poco meno di due chilometri quadrati. Per fare un paragone, il comune limitrofo, Villa d’Almè, tre volte più esteso, ha una quindicina di occhi elettronici attivi.

Per Cornago la videosorveglianza è importantissima. «Se avessi i soldi – sottolinea il primo cittadino –, piazzerei videocamere speciali all’ingresso della strada provinciale per verificare quali mezzi sono senza assicurazione, e poi inizirei a monitorare la zona sensibile del parcheggio delle piscine, dove accade sempre più spesso che qualche balordo spacchi i vetri delle auto in sosta mentre i proprietari sono all’interno della struttura a nuotare». Nei giorni scorsi sono state “accese” dieci nuove telecamere, intorno e all’interno del sottopasso della Villa d’Almè-Dalmine, tra via Volta e via Papa Giovanni XXIII, tutte regolarmente indicate dalla segnaletica. Una spesa di 15mila euro che va ad aggiungersi agli acquisti precedenti. All’interno della sala operativa della polizia locale di Almè un computer mette in evidenza tutti i 46 punti tenuti sotto controllo e tiene nella sua memoria le registrazioni di quanto accade per almeno una settimana.

I risultati, tiene a precisare il sindaco, sono confortanti. Recentemente, per fare un esempio, una signora che sosteneva di essere passata in auto con il verde nella zona del polo scolastico in orario di uscita degli studenti, è stata smentita dalle registrazioni video e multata per essere invece transitata con il semaforo rosso. L’idea di un paese protetto dalle telecamere, inoltre, non dispiace ai cittadini. «Ho avuto riscontri positivi – rivela Cornago –. Anzi, i cittafini che abitano in zone non sottoposte a videosorveglianza mi hanno sollecitato un intervento in tal senso. Così si sentirebbero più sicuri. Le critiche di chi mi accusa di avere idee di destra? Non me la prendo, io sono convinto che stiamo andando nella direzione giusta».