Roberto Pedretti condannato per stalking nei confronti dell'ex moglie

Un anno e mezzo - pena sospesa - all'ex consigliere regionale della Lega Nord, già vicesindaco di Curno di Michele Andreucci

Roberto Pedretti

Roberto Pedretti

Bergamo, 31 ottobre 2014 - L'ex consigliere regionale della Lega Nord, il bergamasco Roberto Pedretti, 45 anni, è stato condannato a un anno e 6 mesi di reclusione (pena sospesa) per stalking nei confronti dell’ex moglie. La sentenza è stata pronunciata ieri dal giudice Donatella Nava, che ha assolto Pedretti dall’imputazione di aver installato un gps satellitare sotto l’auto della donna per difetto di notifica della querela, presentata oltre il termine di 90 giorni stabilito per legge.

L’ex consigliere del Pirellone, prima ancora vicesindaco di Curno, il Comune in cui vive, dovrà versare una provvisionale immediatamente esecutiva di 12mila euro all’ex moglie, assistita dall’avvocato Marcella Micheletti. Il pm Gianluigi Dettori aveva invece invocato una pena a 2 anni di carcere. Secondo l’accusa, il politico del Carroccio, oltre al gps, aveva anche appiccicato un registratore sotto il tavolo della casa dove viveva la donna, per sapere cosa avveniva tra le mura domestiche; e aveva manomesso due telefoni cellulari, per intercettare gli sms. Senza contare, sempre stando alle contestazioni, telefonate e messaggi che la signora ha vissuto come un tormento.

Di mezzo, in questa storia, c’è un rapporto arrivato al capolinea: marito e moglie che dal 2007 vivono in abitazioni separate, ma sono ancora legati dai loro due bambini di 10 e 9 anni. Pedretti, difeso dall’avvocato Emilio Gueli, ha sempre respinto le accuse. «L’accanimento nei miei confronti è di natura economica - ha detto in aula -. Tutto è partito nel 2012 quando, durante la separazione, in un incontro tra me e mia moglie ho chiesto di pagare solo il dovuto. Perché io le ho sempre versato di più, circa 2.200 euro al mese. È da lì che è partita la guerra. Il gps? Era solo un localizzatore per cani comprato in un negozio di animali. L’ho fissato sull’auto, perché in quel periodo lei mi dava risposte evasive sui miei figli».