Greta e Vanessa, "11 milioni per il riscatto delle due cooperanti"

Dalla Siria arriva la conferma che per liberare le due ragazze rapite ad Aleppo nel luglio del 2014 è stato pagato un riscatto

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo (Afp)

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo (Afp)

Bergamo, 5 ottobre 2015 - Si riapre il caso di Greta Rameli di Gavirate (Varese) e Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo) le due ragazze italiane rapite in Siria lo scorso anno: sarebbe stato pagato un riscatto di circa 11 milano di euro per la loro liberazione. Lo dicono fonti giudiziarie di Aleppo, secondo cui una delle persone coinvolte nel negoziato è stata condannata per essersi intascata circa metà del riscatto.

Il "tribunale islamico" del Movimento Nureddin Zenki, una delle milizie già indicata come coinvolta nel sequestro, ha condannato Hussam Atrash, descritto come uno dei signori della guerra locali, capo del gruppo Ansar al Islam.  L'Ansa ha ricevuto una copia digitale del testo della condanna emessa il 2 ottobre scorso dal tribunale Qasimiya del movimento Zenki nella provincia di Atareb. Secondo la condanna, Atrash, basato ad Abzimo, la località dove scomparvero Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, si è intascato 5 dei 12 milioni e mezzo di dollari, equivalenti a poco più di 11 milioni di euro. I restanti 7 milioni e mezzo - affermano fonti di Atareb interpellate dall'Anza telefonicamente - sono stati divisi tra i restanti signori della guerra locali.