Bergamo, linea dura contro l’azzardo. I tabaccai insorgono: "Demagogia"

Per la prima volta in Italia limiti orari alla vendita dei Gratta e vinci di ROCCO SARUBBI

Gratta e Vinci (De Pascale)

Gratta e Vinci (De Pascale)

Bergamo, 28 maggio 2016 - Per la prima volta il “Gratta&Vinci” finisce sotto la ghigliottina di un regolamento comunale. Succede a Bergamo, dove la giunta del sindaco Giorgio Gori vara un documento «per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito». Una decisione che non ha mancato di suscitare vibrati polemiche. «Questo regolamento è l’ennesimo attacco a senso unico contro il gioco legale. Diminuire lo spazio del gioco legale implica automaticamente l’aumento di quello illegale», tuona Massimiliano Pucci, presidente di As.tro, associazione gestori di apparecchi da intrattenimento aderente a Confindustria. Altro aspetto fondamentale del documento è la stretta sulle fasce orarie che impogono ai titolari di spegnere le macchinette mangiasoldi dalle 7.30 alle 9.30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21. E contro i limiti di orario imposti da Gori ai “Gratta&Vinci” è insorta anche la Federazione italiana tabaccai: «Effettueremo delle verifiche per capire se il Comune di Bergamo può stabilire i nuovi limiti – ha dichiarato Giovanni Russo, presidente della Federazione – Dovrebbe essere lo Stato a stabilire quando e come regolare l’offerta. A Bergamo saranno imposti questi limiti, magari in un Comune vicino non accadrà ed è lì che si sposteranno i tabaccai».

«Il documento, approvato in giunta e lunedì 6 giugno all’esame del consiglio comunale, rappresenta un deciso passo in avanti per mettere un freno a questo fenomeno che si sta sempre più allargando» ha replicato Gori. Dati alla mano, in Bergamasca nel 2015 sono stati spesi 1 miliardo e 812 milioni di euro in slot, scommesse, gratta&vinci, pari a una spesa famiglia media di 3.928 euro l’anno. Per il solo comune di Bergamo, il consumo procapite è stato di 2.536, con un +54 % della media provinciale. Un dato da allarme rosso, visto che ha superato la spesa pro capite di Pavia, definita la “Las Vegas’’ d’Italia, che si attesta a 2.500 euro a testa.

Le persone più esposte all’offerta di gioco sono i giovani e gli anziani. Nella sola Bergamo ci sono 131 punti: in rapporto alla superficie di competenza comunale, si tratta di un punto di gioco ogni 0,31 chilometri quadrati. Troppi ed è anche per questo che, oltre alle fasce orarie, è stato vietato di installare apparecchi in locali entro il limite massimo di 500 metri dai luoghi sensibili, e nel raggio di 100 metri da banche, sportelli bancomat, compro oro, e agenzie di prestiti.