Mamma licenziata, incontro a vuoto a Grassobbio

Non c'è intesa fra sindacati e azienda, alla Reggiani prosegue la lotta

Il presidio delle tute blu

Il presidio delle tute blu

Grassobbio (Bergamo), 30 maggio 2017 – Nulla di fatto all’incontro tra i sindacati e i vertici della Reggiani Macchine di Grassobbio, per far ritirare la procedura di licenziamento “per giustificato motivo oggettivo e soppressione della mansione”, avviata nei confronti di una neomamma di 36 anni, tornata alla sua scrivania nove mesi dopo il secondo figlio. L’incontro non ha cambiato la situazione di fatto, tant’è che questa mattina, a partire dalle 8.30, all’interno della Reggiani si terrà un’assemblea per fare il punto della situazione e studiare le altre strategie da attuare.

Nei giorni scorsi i 230 lavoratori avevano organizzato un presidio davanti all’ingresso della Reggiani Macchine, storica azienda specializzata in macchine da stampa, per difendere il posto di lavoro della loro collega e lanciare un grande messaggio di solidarietà: una vera e propria reazione di massa. La notizia, ben presto, ha varcato i confini locali, tant’è che sulla vicenda anche la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, aveva così commentato durante un incontro a Telefono rosa: "Per avere un figlio non si può perdere il lavoro. Mi ha fatto piacere vedere la reazione dei suoi colleghi, perché quella donna non poteva essere penalizzata".

Anche i sindacati hanno fatto sentire la propria voce. "Importante è stata la reazione dei lavoratori - ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil, Gianni Peracchi - che dimostra una grande solidarietà e potrebbe avere il suo peso. Del resto credo che nemmeno rifacendosi al Job Act l’azienda possa attuare la procedura". Ferdinando Piccinini, segretario provinciale della Cisl, ha aggiunto: "È significativo che la reazione dei lavoratori sia avvenuta in una azienda dell’importanza della Reggiani che ha sempre avuto relazioni sindacali complesse. Non credo sia possibile importare i sistemi americani". Dall’azienda però respingono le accuse: la general manager Adele Genoni esclude che il licenziamento sia collegato alla maternità della dipendente e spiega che "nonostante i tentativi è stato impossibile ricollocarla".