Genitori musulmani contro il jazz: rifiutano per i figli la lezione concerto

Quattro rinunce all’iniziativa didattica per "incompatibilità religiosa"

INSEGNANTE Claudio Angeleri  direttore del Cdpm e responsabile  del progetto “Incontriamo il jazz”

INSEGNANTE Claudio Angeleri direttore del Cdpm e responsabile del progetto “Incontriamo il jazz”

Bergamo, 21 marzo 2017 - Il tono della voce al telefono è tra il sorpreso e l’amareggiato. «Ma davvero mi chiama per quello che ho scritto su Facebook? Guardi che non era mia intenzione scatenare nessun putiferio e non voleva essere uno sfogo, ma una semplice constatazione. Anzi, mi sono già pentito di averlo fatto e adesso provvederò a rimuovere quelle frasi». Quello che ha postato - e poi rimosso - sul social network Claudio Angeleri, direttore del Centro didattico produzione musica di Bergamo, un’istituzione cittadina, della quale quest’anno ricorrono i 30 anni di fondazione, ha però scatenato sulla rete un vero putiferio, soprattutto in un periodo in cui l’altro, il diverso da noi è visto non sempre con benevolenza, in particolar modo se vengono rimarcate le differenze religiose.

«Pensavo fosse uno scherzo, - ha postato ieri Angeleri su Facebook - invece purtroppo è vero: quattro bambini di una scuola elementare non verranno alle lezioni concerto sul jazz per incompatibilità religiosa. i loro genitori - scrive ancora Angeleri, pianista, compositore e insegnante - forse non sanno che molti musicisti jazz sono di religione musulmana, così come di altre fedi e religioni. Proprio il jazz è stato inoltre dichiarato dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità per le sue caratteristiche di inclusività, fratellanza e pace. Esattamente il contrario di quello che fanno proprio quei genitori». Angeleri fa riferimento a “Incontriamo il jazz 2017 - Bergamo per International Jazz Day”, importante progetto didattico, appunto sul jazz, rivolto agli studenti della scuola primaria, media e degli istituti superiori.

«Guardi - chiosa Angeleri - non vorrei proprio parlare di questa vicenda, ma dell’importanza della manifestazione che abbiamo organizzato e che vede da quattro anni a questa parte la presenza di ben 1.700 studenti, ma siamo arrivati anche a duemila, che all’interno dell’auditorium di piazza della Libertà, per tutto il mese di aprile, potranno assistere alle esibizioni di oltre 100 musicisti, tutti bravissimi e preparatissimi. Questi studenti hanno sempre dimostrato di apprezzare la musica jazz e hanno dimostrato di volerne conoscere le tecniche. Ecco, per favore, parliamo di tutto questo». Ma il dibattito sul web è incandescente. “Per tanti musulmani la musica illecita è vietata”, ha scritto qualcuno. “A me non risulta che siano tantissimi - ha risposto ieri, sempre su Facebook, Angeleri -. Anzi, direi proprio che siano una minoranza molto esigua. Nel nostro caso quattro su 1.700. Ma questo non c’entra col fatto che la scuola e gli operatori devono continuare a insistere sulla cultura come strumento di libertà e democrazia. Non bisogna mollare e continuare a insistere e dialogare”. «Certo - ammette Angeleri - c’è amarezza per questi quattro studenti. Un insegnante deve interessarsi dei problemi anche di un solo ragazzo. Detto questo, voglio sottolineare che numerose famiglie, anche di extracomunitari, hanno capito lo spirito della nostra iniziativa e hanno aderito al progetto».