Avvelena il marito, nel 2002 aveva dato fuoco alla baita di un amante

Un precedente inquietante che secondo gli inquirenti spiegherebbe il comportamento di Laura Mappelli di MICHELE ANDREUCCI

Laura Mappelli (De Pascale)

Laura Mappelli (De Pascale)

Premolo (Bergamo), 18 dicembre 2015 - C’è un precedente inquietante che secondo gli inquirenti spiegherebbe il comportamento di Laura Mappelli, 47 anni, l’ausiliaria della casa di riposo di Albino sottoposta a fermo - la notte tra l’11 e il 12 dicembre - con l’accusa di tentato omicidio per aver cercato di avvelenare, il 4 dicembre, il marito, Bortolo Rossi, 43 anni di Premolo, autista di pullman di linea, prima mettendogli dei sonniferi nel caffè e poi iniettandogli dell’insulina come colpo di grazia. Il movente? Secondo le contestazioni, la donna avrebbe iniziato una relazione con un collega di lavoro del marito. Da qui l’idea di sbarazzarsi dell’uomo, che è stato ricoverato e dimesso dopo alcuni giorni di coma.

Il precedente risale al 2002, quando l’infermiera, al suo primo matrimonio, era stata denunciata per aver dato fuoco alla baita di un amante che non voleva più saperne di frequentarla. Bortolo Rossi, però, ha detto agli inquirenti che con sua moglie, sposata soltanto il 31 luglio, dopo 13 anni di convivenza, non c’era alcun problema.

Il presunto amante della donna ha confermato alla polizia che l’infermiera gli aveva confidato di voler rompere i ponti con il coniuge, ma che lui pensava che volesse semplicemente lasciare Rossi e non certo ucciderlo. Il gip Raffaella Mascarino, al termine dell’interrogatorio nel carcere di Bergamo, non ha convalidato il fermo per mancanza del pericolo di fuga, ma ha disposto la misura cautelare in carcere. «La ricostruzione degli inquirenti non sta in piedi - commenta l’avvocato della donna, Salvatore Davide, del foro di Milano -. È stata la mia cliente, infatti, quando ha trovato il marito agonizzante, a praticargli per 20 minuti il massaggio cardiaco e chiamare il 118. Avvieremo i nostri accertamenti. La mia assistita nega ogni responsabilità e stiamo pensando a un ricorso contro la carcerazione.

Di sicuro il gip di Bergamo ha riconosciuto che Laura Mappelli non aveva alcuna intenzione di sottrarsi alla giustizia con una fuga». Ma per gli investigatori, coordinati dal pm Laura Cocucci, la presunta relazione clandestina sarebbe il tassello che spiega il movente. La 47ennedavanti al gip ha respinto le contestazioni: «Non ho fatto nulla del genere e, se l’ho fatto, non me lo ricordo». Intanto c’è sgomento. «Con i cittadini condivido un senso di totale smarrimento ed esprimo umana vicinanza soprattutto ai familiari», dice il sindaco Omar Seghezzi.