Dieci anni con Il Giorno: in edicola il libro con gli avvenimenti più importanti

Si intitola con quasi doverosa semplicità, “2006-2015 – Dieci anni nelle pagine del Giorno”, la densa raccolta di articoli e commenti che il lettore troverà in edicola di GIAN MARCO WALCH

Copertina del libro in omaggio con Il Giorno

Copertina del libro in omaggio con Il Giorno

Milano, 26 aprile 2016 - “Bestie di Satana: condanne per tutti - Uno sconterà due ergastoli”: così, il primo febbraio 2006, il “Giorno” titolava la cronaca da Busto Arsizio di Gabriele Moroni dell’udienza che chiudeva con una raffica di pesantissime sentenze l’infernale epopea della setta demoniaca annidata nella brughiera del Varesotto. “Giubileo - Il cardinale Scola apre la Porta Santa”: è il 14 dicembre 2015 e, come racconta Luca Salvi, l’arcivescovo varca la soglia del primo portale a sinistra del Duomo, in mano il libro dei Vangeli, circondato dagli applausi di migliaia di fedeli.

Fra questi due eventi, un’assurda catena di crudeli, insensati delitti e l’inaugurazione del Giubileo della Misericordia nella diocesi ambrosiana, si snodano dieci anni di storia: milanese, italiana, internazionale. Dieci anni che i giornalisti del “Giorno” hanno attentamente seguito e sapientemente narrato. E s’intitola così, con quasi doverosa semplicità, “2006-2015 – Dieci anni nelle pagine del Giorno”, la densa raccolta di articoli e commenti che il lettore troverà in edicola altro appassionante momento della festa per i (primi) sessant’anni del quotidiano.

Un volume ricco e illustratissimo, arricchito da una quasi commossa introduzione di Giancarlo Mazzuca, direttore della testata. I suoi sei incontri con il giornale. Dai tempi in cui portava i calzoni corti e lo rubava al padre, soprattutto il giovedì, in trepidante attesa del colorato supplemento su cui Cocco Bill snocciolava le sue avventure surreali e Dan Dare le sue imprese fantascientifiche. A oggi, tornato “in servizio” tre anni fa giusto in tempo per ricevere il premio alla carriera “Gianni Brera”, forse la più gloriosa bandiera del “Giorno”.

“La modernità in edicola” è invece il titolo del pezzo con cui Vittorio Emiliani, uscito dalla fucina del “Giorno” per arrivare a dirigere negli anni Ottanta “Il Messaggero”, rievoca la nascita del quotidiano, la sua irruzione in un panorama ancorato e come anchilosato in un grigiore ottocentesco. Un arcipelago d’innovazioni. In prima pagina il colonnino di commento al fatto del giorno, chiaro e comprensibile, e la notizia di “rosa”, quasi sempre imbevuta di humour britannico. Via l’elzeviro croce e delizia dei prof di liceo, e dei loro sventurati allievi. Piuttosto in venti righe, per la firma di Pietrino Bianchi, la critica argomentata dell’ultimo film in uscita. Le prime pagine economiche, anche, scandalo!, sindacali. Le prime cronache mondane, lontane dal tragico “c’era questo, c’era quella”, e giù titoli nobiliari, onorifici, professionali. Una grafica finalmente dinamica per una selezione di notizie a tutto campo, incoronate dal titolone di “prima” a sette-otto colonne. Poche parole. Esaustive. Un “must”, un rigore giornalistico. Negli anni. Chi scrive ricorda, immodestamente, di aver inventato, il primo dicembre 1989, primo ingresso in Vaticano, da Wojtyla, di un leader sovietico, Gorbaciov, un “Santità, ci vediamo a Mosca” che dalle pagine interne gli fu scippato a titolone di “prima”.

“Il Giorno 2006-2015” raccoglie ora i frutti di una tradizione mai statica, sempre aperta a innovarsi e rinnovarsi. Nelle oltre 250 pagine del volume scorrono l’entusiasmo e il dolore. “Sìììì Un urlo liberatorio ha attraversato la penisola, dalle Alpi a Pantelleria”: il 10 luglio 2006, battendo la Francia ai rigori, gli azzurri salgono sul trono di campioni del mondo. E la notte dell’inferno, 6 aprile 2009, ore 3.32: in Abruzzo la terra trema, in pochi istanti oltre centocinquanta vite vengono spazzate via. Scorrono speranze e abbandoni. “Obama, il sogno americano entra alla Casa Bianca”: 21 gennaio 2009. “Benedetto XVI stupisce il mondo: Non ho più forze per essere Papa”: 12 febbraio 2013. E ancora. La puntuale cronaca di aperture che finiranno poi per richiudersi: “Mubarak si è dimesso – Potere ai militari, piazza in festa”, registra il “Giorno” il 12 febbraio 2011. E ombre e luci: prima, il 2 maggio 2015, “Expo: primo maggio di guerriglia”, poi, il 31 ottobre, “L’orgoglio di esserci”. L’orgoglio dell’Expo. Ma anche, permettete, l’orgoglio del “Giorno”. Da sessant’anni. Il volume è da domani in edicola per un mese. € 12,90 + il prezzo del quotidiano