Paolo Hendel: “Oggi litigo solo con Al, Carcarlo Pravettoni addio”

Il nuovo show da sabato in scena al Giuditta Pasta di Saronno. Poi il tour nazionale

Paolo Hendel

Paolo Hendel

Milano, 3 febbraio 2017 - Paolo Hendel torna a teatro domani al Giuditta Pasta di Saronno con “Fuga da via Pigafetta”, scritto con Marco Vicari e Gioele Dix che cura anche la regia.

Paolo Hendel, il suo è un fanta-spettacolo teatrale... «È ambientato in un futuro non lontanissimo, nel 2080. Il protagonista è un uomo che si chiude nel suo appartamento affidando la gestione della vita a un sofisticato sistema operativo che si chiama Al. Il richiamo evidentemente è all’Hal 9000 di Odissea nello Spazio, ma qui invece Al sta per Alberto».

Qual è il rapporto tra i due? «Di continuo litigio, quasi da coppia consumata. Il protagonista per risparmiare ha scaricato una copia pirata, e Al non manca di rinfacciarglielo. Al è strafottente e pedante, ogni volta che il protagonista dice qualcosa lui va subito su internet per controllare e correggerlo».

Il nome del protagonista è un po’ particolare... «Si chiama Nestlè Monsanto Mitsubishi, perché ci siamo immaginati che in futuro ogni persona sarà sostenuta da uno sponsor, e che quindi prenda il suo nome in cambio di un po’ di soldi. Il miglior amico di Nestlè, per esempio, si chiama Scotti Gran Biscotto Rovagnati, e questo l’ha segnato per tutta la vita. Un altro si chiama Salvavita Beghelli, ha tentato tre volte il suicidio ma ovviamente, dato il nome, è sempre stato salvato».

Anche il cibo non promette bene... «Nestlè adora i formaggi, soprattutto lo stracchino, ma nel futuro deve accontentarsi di stracchino fatto con latte di pantegana a chilometro zero. Ma viene dalla fogna!, protesta lui. Sì, però dalla fogna di casa tua, gli rispondono».

Nestlè è solo in balia di Al? «Ha anche una figlia, che si chiama Carlotta - la madre voleva chiamarla Invernizzi Invernizzina ma lui saggiamente si è opposto. Poiché Carlotta non trova lavoro sulla Terra ottiene un impiego come psicoterapeuta su Marte. Alla faccia della fuga di cervelli...»

Che fine ha fatto Carcarlo Pravettoni? «È ancora vivo e vegeto, ma lo tengo giù in cantina. Non voglio sembrare ingrato: è stato una meravigliosa idea della Gialappa’s, un meccanismo che funzionava a meraviglia. Senza di loro abbiamo sofferto tutti, così sono tornato in teatro. Ho detto: vediamo se riesco a inventarmi una commedia che abbia la stessa forza comica».

Lei si è lagnato che tutto è peggiorato. Non è un po’ il consueto lamento da anziano? «Quarant’anni fa mi guardavo intorno e c’era più speranza di miglioramento, vedevo tanti cambiamenti positivi. Poi con Tangentopoli abbiamo creduto in una società più onesta, invece oggi ogni 2 o 3 mesi torna fuori il marcio. C’è la delusione, ci sono problemi enormi come quello dell’immigrazione che fanno propendere l’opinione pubblica verso la soluzione più facile, quella dell’uomo forte, il salvatore della patria, vedi Trump o Putin».