Malpensa, torna l’incubo dei voli notturni

In crescita a i decolli dal settore cargo. I sindaci dei Comuni: "Non possiamo fare nulla"

Aeroporto di Malpensa

Aeroporto di Malpensa

Malpensa -  Niente firma l’altro pomeriggio all’accordo per dare il via libera al Masterplan 2035 da parte dei sindaci dei nove Comuni del Cuv. Era previsto uno slittamento in quanto c’erano ancora alcuni punti decisamente importanti da chiarire ma nel confronto si è palesato un nuovo problema, la gestione dei voli cargo notturni e dunque il percorso verso la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa con tutti i soggetti coinvolti si complica. Tutto rinviato alla metà di maggio nel frattempo la questione dei voli notturni va chiarita. Spiega Dimitri Cassani, sindaco di Casorate Sempione e presidente di turno del Cuv: "Enav ha comunicato che nell’attuale situazione non è in grado di gestire i movimenti notturni dei cargo, mantenendo le procedure antirumore attualmente previste, pertanto ha proposto un’estensione degli orari per poter organizzare meglio i voli".

Questo il quadro attuale dell’attività: oggi i decolli sono previsti fino alle 23.30 a nord e successivamente fino alle 6.30 di mattina a sud (escluse le varie deroghe), con la soluzione messa sul tavolo da Enav i decolli sarebbero concessi fino all’1 di notte e le partenze anticipate alle 6 del mattino. Immediata la replica dei sindaci, "Abbiamo detto di no – fa rilevare Cassani –, va contro l’impegno che abbiamo preso fin dall’inizio con la popolazione: tutelare la salute, riducendo i rumori". Il problema è da risolvere, non è accettabile da parte dei sindaci che il territorio sia penalizzato dall’aumento dell’inquinamento acustico. Dunque saranno settimane di attesa in quanto Arpa ha avuto l’incarico per uno studio sui livelli del rumore. "Noi non firmeremo il protocollo d’intesa fino a quando non avremo le garanzie con le analisi di Arpa, dobbiamo fare il possibile per contenere i voli notturni". Altra questione aperta l’ampliamento di cargo city con lo sviluppo del polo logistico nella brughiera del Gaggio, in territorio di Lonate Pozzolo, "Abbiamo proposto di passare da un consumo da 45 ettari a 25 – spiega ancora Cassani – ipotesi che verrà valutata. Sul tavolo c’è anche la nostra proposta di procedere nell’ampliamento per step: lo sviluppo dello scalo sia sostenibile".