MATTIA BORIA
Cronaca

Fase 2 a Varese, scontro tra locali e Comune sui drink da asporto

Da sedici titolari di bar la richiesta dell’ok ai drink take-away anche dopo le 22. Il vicesindaco Zanzi: "Giravolta che non mi piace, così non può funzionare"

La movida varesina si concentra sopratutto nella zona della Piccola Brera

La movida varesina si concentra sopratutto nella zona della Piccola Brera

Varese, 28 maggio 2020 -  «Dobbiamo partire dal presupposto che le scene di venerdì sera non dovranno più capitare e che ora le linee da seguire sono quelle dei sanitari. Quindi no a ogni assembramento". Il vicesindaco di Varese Daniele Zanzi non nasconde il suo turbamento dopo la lettera aperta-documento resa pubblica ieri da alcuni titolari dei locali in centro. "Alcune di queste proposte non mi piacciono. Vengono stravolte le idee del giorno precedente. Mi chiedo, allora, perché ci siamo radunati martedì".

Quello che doveva essere l’ultimo tavolo in vista del prossimo weekend si è così rivelato solo un’ulteriore tappa d’avvicinamento al sorvegliatissimo fine settimana. Per l’esponente di Palazzo Estense gli esercenti stanno smarrendo l’occasione di mettere mano seriamente alla movida varesina, perdendosi in divisioni interne e portando avanti battaglie perse in partenza come quella sul servizio d’asporto (uno dei punti controversi è la sua limitazione alle 19). Il pit-stop nasce da un documento stilato da un gruppo di esercenti, la gran parte con vetrine nella cosiddetta “Piccola Brera”, che si definiscono "non iscritti a nessuna associazione di categoria. Siamo però i titolari della maggior parte dei bar". Nella missiva sono elencati sette punti, rappresentati come "il massimo che possiamo fare. Misure più restrittive, come quelle presentate dalle associazioni di categoria, non sono sostenibili per noi esercenti e non siamo disposti ad accettarle. Non possiamo sostituirci alle forze dell’ordine, e non possiamo nemmeno accettare che a nome nostro si portino avanti proposte che non siamo nelle condizioni di mettere in atto, logisticamente ed economicamente".

Ecco quindi le principali idee avanzate dal gruppo “autonomo”. La possibilità di continuare a usufruire del servizio d’asporto anche dopo le 22. Controlli della protezione civile e la possibilità d’istituire un numero diretto con le pettorine gialle da chiamare in caso di necessità. Monitoraggio degli accessi alla zona o delle pertinenze dei singoli locali con un servizio di sicurezza privato ingaggiato dagli esercenti. Collegamento diretto fra proprietari e forze dell’ordine, alle quali fornire i numeri di cellulare dei primi. Un ulteriore confronto sarà con ogni probabilità fissato tra oggi e domani. Il margine di trattativa dei 16 firmatari del documento pare minimo, pendendo la possibilità di un’ordinanza che chiuda i locali alle 22. E le associazioni di categoria? "Nessuna rottura - chiosa Simone Sperati, vicepresidente di Confesercenti - Le nostre proposte erano pensate per tutta la città, le loro sono specifiche per due vie. L’importante è che le soluzioni diano i frutti sperati".