ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Busto Arsizio, telecamere negli asili comunali

La mozione di una mamma-consigliere comunale. Ma serve l’assenso di genitori e personale

Asilo Nido

Busto Arsizio (Varese), 16 dicembre 2019 - Telecamere negli asili nido: l’argomento è stato affrontato in Consiglio comunale a Busto Arsizio, portato al centro della discussione da una mozione presentata dall’esponente della Lega Paola Reguzzoni che ha sollecitato l’amministrazione ad intervenire aderendo al bando regionale che ha messo a disposizione fondi ad hoc per questi progetti.

Una sollecitazione "da mamma" prima che da consigliere comunale, sottolineando "che la priorità è la sicurezza del bambini". A preoccupare sono le cronache di maltrattamenti nei confronti dei bimbi che, fortunatamente, non hanno riguardato Busto Arsizio, ma altri Comuni del Varesotto, l’ultimo caso alcune settimane fa, a Cocquio Trevisago. Quindi di fronte a situazioni così gravi per fare prevenzione la videosorveglianza sembra essere uno strumento utile, sollecitato da Paola Reguzzoni. L’amministrazione comunale sta già lavorando a progetti che vorrebbe avviare in modo sperimentale. Fa sapere l’assessore alla Pubblica istruzione Gigi Farioli :"Prevediamo l’installazione delle telecamere al nido Espinasse e al nido Giannina Tosi, si tratta di proposte di buon senso". 

Agesp ha predisposto uno studio di fattibilità, i costi si aggirano sui 18mila euro. Al momento, però, la procedura è ferma, l’arrivo delle telecamere non è nell’immediato: il progetto, sostenuto dall’amministrazione comunale, sta suscitando perplessità nei sindacati, non si vuole una soluzione che potrebbe apparire come una forma di sorveglianza sull’operato delle educatrici. Continua Farioli: "E’ un tema molto delicato, la cosa più corretta ora è che io parli con le educatrici per spiegare il tipo di intervento, quello che definisco soluzione di buon senso". Prima di essere attuato, fa rilevare ancora Farioli "serve l’assenso dei genitori e del personale". Non si tratta di telecamere visionate dalle forze dell’ordine "ma di videoriprese che sarebbero utilizzate solo in caso di denunce". L’intenzione è poi di estendere il progetto dopo la sperimentazione in altre realtà coinvolgendo quelle private. Se ne riparlerà: prima gli incontri con le educatrici.