Dramma del cornicione ad Albizzate: un patteggiamento

Il crollo causò la morte di una mamma e dei suoi due figli. Un anno e dieci mesi al proprietario dello stabile che ha risarcito le parti civili

Tragedia ad Albizzate

Tragedia ad Albizzate

Albizzate (Varese) - Era il 24 giugno 2020 quando il crollo di un cornicione per 70 metri, da un edificio ristrutturato in via Marconi ad Albizzate, travolse e uccise una mamma, Fouzia Taoufiq, 38 anni, con due dei suoi tre figli, Soulaymane, 5 anni, e Yaoucut, di un anno, ferita in modo serio anche una donna di 42 anni. Dalle indagini condotte dal sostituto procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra, emersero diverse irregolarità nei lavori effettuati all’immobile, sede di varie attività. Al termine dell’inchiesta furono iscritti nel registro degli indagati, con l’accusa di disastro colposo e di omicidio colposo, Antonino Colombo, l’amministratore unico della società proprietaria del complesso, un ex cotonificio ristrutturato, e Cesare Gallazzi, 95 anni, ingegnere, il progettista dell’intervento di riqualificazione. Ieri per Colombo la ratifica presso il Tribunale di Busto Arsizio da parte del giudice per le indagini preliminari Piera Bossi del patteggiamento a un anno e dieci mesi.

Da sottolineare che l’accordo è stato raggiunto tra la procura bustese e il legale dell’imprenditore, l’avvocato Luca Abbiati, dopo che Colombo ha risarcito tutte le parti civili, tra cui il marito della donna e l’unico figlio scampato alla tragedia. Proprio i familiari delle tre vittime hanno riconosciuto la correttezza del comportamento, con una lettera che è stata messa agli atti del procedimento. Anche il comune di Albizzate, che si era costituito parte civile, è stato risarcito dall’imprenditore, che ha dato concretezza alla richiesta dell’amministrazione comunale e del sindaco Mirko Zorzo, che quel pomeriggio del 24 giugno 2020 aveva rischiato di rimanere coinvolto nel crollo. Niente soldi, aveva detto il primo cittadino "ma un bene utile alla collettività, in particolare dedicato ai bambini".

Il risarcimento si è concretizzato lo scorso anno con l’installazione di un nuovo gioco, un castello con scivoli e salite, posizionato nel parco della scuola materna frequentata da una delle piccole vittime. Per l’’altro indagato, Cesare Gallazzi, il Gup ha disposto invece il rinvio a giudizio, quindi il progettista dovrà affrontare il processo. "La sua estraneità al disastro sarà dimostrata nel processo – afferma il suo legale Cesare Cicorella – al quale si sottoporrà serenamente".