Crisi Netflix: pagano i lavoratori. Annunciati 300 licenziamenti

Nel primo trimestre di quest'anno il colosso dello streaming ha perso 200mila abbonamenti

Crisi di Netflix: a pagare sono i lavoratori. La popolare piattaforma di distribuzione di contenuti video ha annunciato un'altra serie di tagli ai posti di lavoro, mentre è alle prese con il rallentamento della crescita e l'aumento della concorrenza. Il gigante dello streaming, riporta la Bbc, ha dichiarato di voler tagliare altri 300 posti di lavoro - circa il 4% della sua forza lavoro - soprattutto negli Stati Uniti, dopo aver già licenziato 150 persone a maggio. Le mosse arrivano dopo che, ad aprile, l'azienda ha registrato la prima perdita di abbonati in più di un decennio.

Nel tentativo di rilanciare la crescita, l'azienda sta studiando un servizio ad-supported e un giro di vite sulla condivisione delle password. "Mentre continuiamo a investire in modo significativo nell'azienda, abbiamo apportato questi aggiustamenti in modo che i nostri costi salgano in linea con la crescita più lenta dei ricavi", ha dichiarato Netflix in un comunicato, aggiungendo che sta continuando ad assumere in altre aree.

I numeri della crisi

Le difficoltà di Netflix sono state certificate dalla trimestrale di fine aprile. Nei primi tre mesi del 2022 gli abbonamenti sono calati di 200mila unità. Per questo trimestre - dati ancora da registrare - si prevedeva la perdita di altri 2 milioni di abbonati sul mercato internazionale. Secondo i dati resi noti a maggio da Antenna, società di analisi che li raccoglie da 5 milioni di americani, Netflix ha registrato 3,6 milioni di cancellazioni di abbonamenti nel primo trimestre del 2022, oltre un milione in più rispetto a quanto registrato dall'azienda nel primo trimestre del 2021 e nel quarto trimestre del 2021.

I concorrenti americani 

Mentre Netflix fatica, altre piattaforme sono sulla cresta dell'onda. Secondo Antenna, come riportato dall'Agi, gli abbonamenti statunitensi nella categoria Premium sono cresciuti del 4% trimestre su trimestre e del 24,7% anno su anno. La ricerca mostra anche che ci sono stati 37,4 milioni di nuovi clienti SVOD (Subscription video on demand) e una perdita di 29,8 milioni di abbonati, con uno scarto totale di 7,7 milioni di nuovi abbonati nel primo trimestre 2022. La crescita è stata in gran parte guidata da servizi di streaming nuovi come Peacock e Paramount+, che hanno fatto registrare 6,1 milioni di abbonamenti in più. In rapporto al 2019 quando, solo negli Stati Uniti, c'erano un totale di 10,3 milioni di abbonamenti, parliamo di una crescita del 54%.