FRANCESCA GRILLO
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Trezzano, il "boss del Natale" riaccende il suo villaggio

Francesco Lobbia, 32 anni, da quando ne ha 11 decora la villetta dove ha sempre vissuto in via del Perugino

Il 'boss del Natale', Francesco Lobbia

Trezzano sul Naviglio (Milano), 24 dicembre 2019 - Il primo filo di lucine comprato lo ricorda ancora: "Venti lampadine, acquistate con la paghetta mensile quando avevo dodici anni: costavano 14mila lire, erano fragili e si scaldavano subito, altro che tecnologia led. Se se ne rompeva una, bisognava buttare tutto il filo". Francesco Lobbia vive a Trezzano da sempre, ha 32 anni e una passione speciale per le decorazioni di Natale. Di professione crea eventi, organizza allestimenti. Ed è con la stessa inclinazione che porta avanti il suo amore per questo periodo.

«Per me il Natale è un momento speciale, mi ricorda lo stare insieme, la famiglia, gli amici, l’affetto – racconta Francesco –, un periodo che ci riporta bambini, con le attese dei regali, le cene e i pranzi trascorsi insieme, la voglia di condividere momenti che arrivano solo una volta l’anno". Ed è proprio con l’obiettivo di riproporre le atmosfere di un tempo, di farci tornare piccoli, con la meraviglia negli occhi e lo stupore di vedere un albero decorato, le luci che si accendono nell’oscurità invernale e l’emozione dei colori intermittenti, che Francesco ha voluto decorare interamente la sua villetta in via del Perugino, riempendola di luci.

«Mi sono ispirato alle realizzazioni tedesche, diverse da quelle americane – precisa Francesco, ormai in città ribattezzato "il boss del Natale" –: non solo fili di luci, ma anche palline, sacchi di juta, personaggi iconici come Babbo Natale con le renne e gli elfi, oltre a una cascata di paillettes e strass". Ad arricchire e rendere ancora più magica l’atmosfera, tanti rami e decorazioni in legno trovate "dopo lunghi giri nei boschi", ricorda Francesco. Vent’anni di lavoro, con decorazioni aggiunte anno dopo anno, hanno consentito di realizzare un capolavoro di luce che spicca nell’oscurità di una strada altrimenti anonima, residenziale. "Ho voluto fare un dono alla città, a tutti quelli che credono al Natale, ma soprattutto a chi non ci crede: può sempre cambiare idea – sorride Francesco –. L’obiettivo era di trasformare una grigia quotidianità e consuetudine in un luogo in grado di generare stupore. In un’epoca dove tutti hanno tutto, soprattutto i bambini iper tecnologici, ho voluto trasmettere un’emozione genuina, che fa tornare in mente quelli che eravamo. E che fa capire ai grandi che ai piccoli per emozionarsi basta solo un luogo che trasmette calore e meraviglia. Centinaia di persone sono passate di qui, mi hanno ringraziato – ammette commosso – dicendo che ho regalato loro un piccolo sogno".