Studiamo il cervello per capire altre malattie

Michela Matteoli di Humanitas ha vinto un ERC Advanced Grant con un progetto per capire le disfunzioni metaboliche

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di Massimiliano Saggese

Studia le disfuzioni del cervello che causano alterazioni metaboliche la ricercatrice Michela Matteoli. Con il progetto "Matilda" si è appena aggiudicata, nel campo delle Life Science, un “ERC Advanced Grant“, l’ambito finanziamento che lo European Research Council mette a disposizione di ricercatori esperti per promuovere il progresso scientifico.

La professoressa Matteoli è responsabile del Neuro Center di

Humanitas, direttrice dell’Istituto di Neuroscienze del CNR e docente di Farmacologia alla Humanitas University. "Da sempre mi occupo di studiare le sinapsi, ovvero i contatti tra neuroni nel cervello – spiega Michela Matteoli –. Più recentemente, ho iniziato a investigare le modalità con cui il sistema immunitario è in grado di influenzare i meccanismi sinaptici. Sono arrivata quindi ad interessarmi ad una particolare popolazione di cellule di tipo immunitario che abita il nostro cervello: la microglia, decisiva nel regolare diverse funzioni di quest’organo, incluso il numero di sinapsi presenti in esso. Negli ultimi anni abbiamo dimostrato come la microglia riesca a controllare in modo corretto le sinapsi, grazie ad una specifica proteina chiamata “Trem 2“, una delle grandi protagoniste del progetto “Matilda".

Quali obiettivi ha questo progetto?

"L’obiettivo di questo studio è fare chiarezza su alcuni processi immunitari che sono attivi nel cervello e che potrebbero influire nella comparsa di disfunzioni metaboliche. Al centro del progetto c’è l’ipotalamo, ovvero la zona del cervello responsabile del controllo del nostro metabolismo: è proprio in quell’area che vogliamo capire se e come un’alterazione della microglia e di Trem 2 causi alterazioni della sinapsi e, di conseguenza, disfunzioni metaboliche".

Si tratta di malattie che colpiscono molte persone.

"Queste patologie, soprattutto in età avanzata, sono molto comuni: la percentuale di uomini interessati va dal 7% al 34%, mentre quella delle donne va dal 5% al 22%".

Quale contributo può dare il progetto “Matilda“ alla ricerca su queste patologie ed, eventualmente, allo sviluppo di terapie per combatterle?

"Se, anche grazie a “Matilda“, riuscissimo a dimostrare che la microglia ha un ruolo determinante nel controllo delle sinapsi e dei circuiti neuronali nell’ipotalamo e che, di conseguenza, un suo malfunzionamento può contribuire alla generazione di alterazioni metaboliche, allora potremmo provare a rimediare intervenendo direttamente sulle cellule microgliali".