"Unica trans in un corpo di polizia. Sul lavoro niente limiti e sono capo pattuglia"

Stefania Pecchini, sovrintendente della Polizia locale di San Donato, racconta la sua storia

Stefania Pecchini, 50 anni

Stefania Pecchini, 50 anni

San Donato Milanese (Milano), 11 ottobre 2016 - Al momento Stefania Pecchini, 50 anni, sovrintendente della Polizia locale di San Donato Milanese, è "la prima e l’unica transessuale italiana" a far parte di un corpo di polizia. Siede con orgoglio in prima fila alla conferenza europea organizzata da “Polis aperta” per parlare di omofobia e transfobia.

Perché ha deciso di fare coming out e cambiare sesso?

"Lavoro nella Polizia locale da 25 anni. Ho iniziato la transizione dieci anni fa l’ho conclusa sei anni fa con l’intervento. Quando ho spiegato ai colleghi quello che volevo fare pensavano scherzassi, anche perché ero un bel ragazzo, sposato e con due figli. Poi hanno capito che facevo sul serio e mi sono stati vicini, anche perché professionalmente ero una persona valida. Ho preso questa decisione perché dovevo dimostrare ai miei figli che le difficoltà possono essere superate e perché per amarli come meritano dovevo prima imparare ad amare me stessa".

Cambiare sesso l’ha costretta a cambiare il modo in cui svolgeva il suo lavoro?

"La transizione non mi ha imposto dei limiti. Oggi sono capo pattuglia e lavoro al pronto intervento da 15 anni. Certo, c’è stato un periodo in cui mi trovavo in una specie di limbo e questo metteva in difficoltà anche i miei superiori. Così siamo andati dal prefetto che ci ha detto che era una cosa di cui dovevamo essere orgogliosi. Nel percorso ci sono stati anche momenti buffi: per esempio, subito dopo l’operazione non avevo ancora i documenti da donna e, se andavo in tribunale per lavoro, mi dovevo presentare con il nome che compariva sulla carta d’identità e si creava un certo imbarazzo".

Quali sono le difficoltà che un rappresentante delle forze dell’ordine deve affrontare se decide di cambiare sesso?

«La disforia di genere è ancora considerata una patologia psichiatrica e questo entra in contrasto con i requisiti necessari per essere un agente di sicurezza. Nel mio caso, il problema è stato superato quando lo psichiatra che doveva autorizzare la transizione ha certificato che ero una persona sana di mente, ma per i poliziotti e i carabinieri questo è ancora un ostacolo e chi decide di cambiare sesso viene destinato a svolgere un lavoro d’ufficio".