Rozzano, fallimento per Api. «Per un decennio la gestione sbagliata»

Azienda partecipata al capolinea: preoccupa il futuro di cinquanta lavoratori

I 50 dipendenti non possono nemmeno usufruire degli ammortizzatori sociali

I 50 dipendenti non possono nemmeno usufruire degli ammortizzatori sociali

Rozzano (Milano), 7 ottobre 2015 - Arriva la sentenza di fallimento di Api (partecipata al 100% dal Comune). Il 28 ottobre dovranno essere consegnati i libri in tribunale mentre il Comune dovrà risanare i debiti. E non si placa la preoccupazione dei 50 lavoratori ormai da 9 mesi senza stipendio. In 5 sono stati licenziati ai primi di settembre, altri 15 hanno ricevuto la brutta notizia in questi giorni.

"I nodi, con i tempi della giustizia italiana, vengono al pettine. Dopo anni di sperpero di risorse pubbliche, mala gestione, il prossimo 28 ottobre Api dovrà portare i libri in Tribunale. È la definitiva sentenza, nei fatti, di incapacità per un decennio e più di gestione dell’ex sindaco e della sua Giunta, di cui faceva parte anche l’attuale sindaco, con delega alle partecipate - dichiara Gianni Ferretti, capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia -. Ora attendiamo al varco l’Amministrazione che dovrà compensare i debiti".  "In attesa delle carte che dimostreranno la triste realtà che, nonostante le denunce di Rozzano Futuro e di piccola parte dell’opposizione, era nei numeri, - spiega il blogger e portavoce di Rf  Marco Masini -  si può tranquillamente trarre un primo bilancio fallimentare della gestione della vicenda".

Nel frattempo i lavoratori che da 9 mesi sono senza stipendio sono disperati. C’è chi rischia lo sfratto perché non riesce a pagare più l’affitto di casa, chi è senza energia elettrica e rischia il taglio del gas. Per non parlare della concreta difficoltà di dare da mangiare alle famiglie. Molti di questi nuclei familiari vivevano basandosi sullo stipendio proveniente da Api mediamente di 1.200 euro al mese.

Era già stata ceduta la cucina di Arco, altra partecipata del Comune, e i soldi sarebbero dovuti servire per fare fronte al pagamento degli  arretrati che attendono i lavoratori, ma per ora non hanno visto nulla. Mentre i giorni passano le 50 famiglie vivono sull’orlo della povertà, fra l’altro senza poter nemmeno usufruire degli ammortizzatori sociali perché a oggi solo 5 lavoratori sono stati di fatto licenziati.