Abusi su una 15enne, il custode del cimitero nega tutto: "Sono un uomo d'onore"

L'uomo, condannato in abbreviato a 4 anni e 2 mesi, continua a proclamarsi innocente

Ragazzina vittima di abusi sessuali (foto di repertorio)

Ragazzina vittima di abusi sessuali (foto di repertorio)

Buccinasco (Milano), 23 marzo 2021 – Anche davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano il 63enne si è professato innocente. Ha insistito, come lo scorso dicembre a processo davanti al gup Sofia Fioretta: “Sono un uomo d’onore, ho dei codici, non avrei mai fatto una cosa del genere, non l’ho toccata”, ha detto il 63enne, condannato in abbreviato a 4 anni e 2 mesi per abusi sessuali su una ragazzina di 15 anni.

Una vicenda drammatica: l’uomo era il custode del cimitero di Buccinasco e avrebbe approfittato della ragazzina, che andava a trovare la mamma morta da poco, proprio nel luogo sacro. Il gup ha condannato l’uomo e ha applicato la misura di sicurezza, per due anni, del divieto di avvicinamento a luoghi freauentati da minori e non ha concesso le attenuanti generiche. A pesare sulla decisione sono stati soprattutto i precedenti penali: nel 2006 il 63enne aveva finito di scontare in Sicilia, dove viveva prima di trasferirsi alle porte di Milano, una condanna definitiva a 17 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso e tentato omicidio. Proprio al suo “codice d’onore” si è appellato per respingere le accuse, spiegando che la ragazzina “aveva perso i sensi, l’ho afferrata per sostenerla, poi non so cosa è successo ma non l’ho mai toccata. Sono distrutto”.

A incastrare l’uomo, la testimonianza della ragazzina che si era rivolta alla polizia locale di Buccinasco. Gli uomini guidati dal comandante Gianluca Sivieri erano riuciti a darle la forza di raccontare le molestie. In pochi giorni l’indagine si è chiusa, dopo aver raccolto elementi granitici contro il 63enne. Il pm Ilaria Perinu aveva chiesto l’applicazione della sorveglianza speciale per due anni e l’ingiunzione trattamentale: l’uomo deve sottoporsi a un percorso di “gestione delle emozioni”. È stata inoltre sottolineata dal pm la “pericolosità” in quanto si è reso responsabile, secondo l’accusa, di “reati gravi nei confronti di una ragazzina già particolarmente prostrata dalle vicende della sua vita”. Nei prossimi giorni la decisione della sezione, presieduta da Fabio Roia.