Corsico, i Comuni salvano il centro antiviolenza

I sei municipi del Piano di zona stanziano i fondi a favore delle donne

Volontarie e operatrici del centro antiviolenza

Volontarie e operatrici del centro antiviolenza

Corsico (Milano), 23 maggio 2019 - La questione va avanti da tempo e ancora non si riesce a trovare una soluzione che metta d’accordo tutti. Per Regione Lombardia organizzare un archivio digitale permette una rendicontazione immediata, attraverso un sistema informatico aggiornato, di tutte le attività e delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza. Per la Rosa dei Venti, rete di sostegno del Sud Milano, la priorità deve essere invece, sempre e comunque, il diritto alla riservatezza.

Tra i centri contrari alla “schedatura” delle donne anche la Stanza dello Scirocco, presidio a Corsico che si avvale dell’importante lavoro di operatrici professioniste e di tante volontarie. Tra queste, l’associazione VentunesimoDonna di Corsico, in prima linea nell’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione su un tema drammaticamente sempre più attuale. Il futuro della Stanza dello Scirocco era a rischio. Il motivo è da ricondurre alla ferma opposizione del centro antiviolenza alle direttive di Regione Lombardia che «esige l’inserimento del codice fiscale delle donne che si rivolgono al presidio», spiegano le volontarie.

«Il centro realizzato grazie a un progetto interistituzionale – proseguono – ha rischiato la chiusura. Regione Lombardia, contravvenendo a quanto scritto nella Convenzione di Istanbul che raccomanda l’anonimato come protezione delle donne, pretende che venga inserito negli atti il codice fiscale di chi accede ai presidi. Cadmi, la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano, il primo presidio antiviolenza italiano nato nel 1986 che gestisce il centro con la collaborazione dell’associazione Demetra di Trezzano, considera questa scelta impraticabile. Una disposizione – prosegue l’associazione – che mette a rischio l’incolumità delle donne che denunciano e dei figli, individuabili e raggiungibili dai coniugi violenti con le conseguenze che le cronache ci raccontano e che i centri incontrano quotidianamente».

Per la Regione il sistema è «protetto e sicuro», ma per la Stanza dello Scirocco la decisione può compromettere il già difficile percorso a cui le donne maltrattate si sottopongono. «Per fortuna – continuano – i sei Comuni del Piano di Zona (Assago, Buccinasco, Cesano, Corsico, Cusago e Trezzano) hanno deciso di finanziare il progetto al posto di Regione Lombardia che non ha voluto sentire ragioni: necessario adeguarsi alle disposizioni, altrimenti niente contributi. Senza i fondi il centro avrebbe chiuso. Per il momento ringraziamo i Comuni ma il problema si riproporrà tra sei mesi: cosa succederà?».