Vaccino, il paradosso Tsitsipas: prima testimonial, ora no-vax

Il tennista greco era stato scelto dal Governo di Atene per promuovere l'adesione alle vaccinazioni anticovid

Il tennista Stefanos Tsitsipas

Il tennista Stefanos Tsitsipas

Sono giornate difficili per il numero uno del tennis ellenico: Stefanos Tsitsipas, dopo la bruciante sconfitta nella semifinale di Cincinnati al tie-break decisivo del terzo set contro il tedesco Sasha Zverev, ha dovuto subire anche un pesante attacco sui social e dalla stampa nazionale. A scatenare i quasi 1,5 milioni di seguaci di “Tsitsi” non è stato il risultato restituito dal campo, ma le dichiarazioni del ragazzo di Atene sullo scottante tema vaccini: “Nessuno ha reso il vaccino un requisito per partecipare ai tornei. Ad un certo punto dovrò farlo, ne sono abbastanza sicuro, ma finora non è obbligatorio per giocare, quindi non lo farò”. E alla domanda precisa se si fosse sottoposto almeno ad una delle due inoculazioni il greco ha risposto in modo secco: “Non l'ho fatto, no”. A rendere ancora più complessa la posizione del numero 3 al mondo è il fatto che, nell’ultimo anno e mezzo, il Governo di Atene aveva speso la sua immagine per sensibilizzare i cittadini sul tema Covid: durante la prima ondata con l’invito del tennista a tutti i cittadini di rimanere a casa, poi per sponsorizzare la campagna vaccinale. Ma Stefanos non si sente ancora abbastanza sicuro della validità del vaccino: “Sono giovane, nella categoria under 25, per me il vaccino non è stato testato abbastanza, è nuovo. E ci sono effetti collaterali. Conosco personalmente persone che ne hanno avuti. Non sono contrario, semplicemente non vedo un motivo per cui qualcuno della mia fascia di età debba essere vaccinato”. Una posizione che, seppur dura, non sembra irremovibile: “Voglio vedere una versione migliore del vaccino, che darà più vantaggi che svantaggi”.

Le reazioni dal Governo

Oltre a scatenare la reazione dei suoi fan, Tsitsipas ha fatto scomodare anche il portavoce del governo greco, Giannis Economou, che ha duramente attaccato il tennista, ritenendolo non abbastanza competente in materia per lanciarci in dichiarazioni del genere: “Non ha le conoscenze, il background o il lavoro di ricerca che gli consentirebbero di formarsi un'opinione in merito. Stefanos è un nostro orgoglio e un grande atleta, ciò che è in discussione, tuttavia, è la sua capacità di valutare la necessità della vaccinazione e se il vaccino è stato testato per un periodo di tempo sufficiente.” Economou poi, ha parlato del peso che hanno le parole di personaggi così famosi: “Le persone che, in virtù delle loro eccellenti prestazioni nel campo di riferimento, sono anche un punto di riferimento per un pubblico più ampio, dovrebbero essere doppiamente più attenti nell'esprimere questo tipo di opinioni

Il mistero Djokovic e gli altri "no-vax"

Una posizione, quella di Tsitsipas, condivisa anche dal altri big del circuito. Uno su tutti, il numero uno al mondo, Novak Djokovic, che in diverse occasioni ha ribadito la sua contrarietà alla vaccinazione, ma se si sia sottoposto o meno al ciclo rimane un mistero: “Terrò la decisione per me, penso che si tratti di una decisione strettamente privata. Non voglio essere etichettato come una persona pro o contro le vaccinazioni”. Tuttavia il precedente dell "Adria Tour", torneo esibizione organizzato dal serbo in piena pandemia con scarso distanziamento sociale e tribune riempite (dal quale Nole è uscito positivo al Coronavirus), fa pensare che Djokovic non si sottoporrà al vaccino a meno che non diventi un requisito necessario per partecipare ai tornei. Un altro dei tennisti giovani emergenti del circuito, Andrej Rublev, numero 6 del mondo e fresco finalista al Master1000 di Cincinnati, si è detto contrario alla vaccinazione: "Se mi chiedessero di scegliere e avessi la possibilità di non farmi somministrare il vaccino, non lo farei. Non c’è una ragione particolare, è una sensazione. Non ho mai ricevuto alcun vaccino da quando ero bambino”. Una questione spinosa, dunque, all’orizzonte per i vertici dell’Atp, che tra qualche settimana potrebbero trovarsi costretti a rendere obbligatoria la vaccinazione per partecipare ai tornei. Una decisione che farebbe arrabbiare diversi giocatori al vertice della classifica mondiale, e potrebbe creare una spaccatura all'interno del circuito con tutti quegli atleti che hanno invece deciso di vaccinarsi.