
La vendita di Reijnders mette in discussione la credibilità dei dirigenti del Milan, tra promesse non mantenute e comunicazione fallace.
Mola
Sono passate due settimane (non due anni o due mesi) da quando l’ad dei rossoneri Giorgio Furlani ha dichiarato davanti alle telecamere, prima di Milan-Monza, che la società non aveva necessità di vendere i big perché i conti erano in ordine: "Per come siamo messi, non abbiamo bisogno di fare sacrifici". Il riferimento era a Tiji Reijnders, accostato da giorni alle squadre della Premier. A tal proposito, anche il ds Moncada sull’argomento rispondeva in maniera chiara: "Esclusa la cessione al 100%”". Ora, al di là del fatto che può starci di privarsi di un calciatore del calibro di Reijnders non partecipando alla Champions League (era già accaduto con Tonali), il punto è un altro: quale credibilità possono avere due dirigenti che in così poco tempo si rimangiano la parola data? Non sarebbe stato più opportuno fare “melina“ anzichè buttare fumo negli occhi dei tifosi già delusi e arrabbiati dopo la stagione disastrosa dei rossoneri? Si poteva temporeggiare e dare in pasto a tutti la solita frase di circostanza ("non vendiamo nessuno a meno di offerte irrinunciabili...") e invece no, la retromarcia è stata clamorosa. Un autogol dal punto di vista della comunicazione con la conseguenza che l’attendibilità del manager e dell’uomo mercato è scesa sotto lo zero. Perché una cosa è fare certe dichiarazioni in una trattativa di mercato con la controparte (il City) per alzare il prezzo, altro è parlare in questo modo a cronisti e tifosi per rassicurarli. Non serve neppure sapere che l’olandese è stato venduto a 55 milioni più 15 di bonus per fare salti di gioia, certe parole vanno comunque pesate. Sempre. Senza considerare il fatto che non c’è solo Reijnders in uscita. Si poteva comprendere la volontà di cambiare aria da parte di Maignan e Theo che ormai hanno chiuso un ciclo e vogliono solo più soldi (buoni sostituti si possono trovare anche senza gli algoritmi), ma privarsi del calciatore migliore dopo aver detto che non era necessario fare sacrifici vuol dire pensare solo ai profitti e non al risultato del campo. A meno che con la cifra incassata dalla cessione di Reijnders si ricostruisca davvero la squadra. Per il bene di Max Allegri e dei milioni di tifosi rossoneri.
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