
Massimiliano Allegri è tornato sulla panchina del Milan dopo undici anni
Da "ogni lezione costruisce il nostro futuro" a "c’è bisogno di univocità", un filo rossonero sembra collegare le recenti parole di Zlatan Ibrahimovic e quelle pronunciate ieri da Giovanni Branchini, agente di Massimiliano Allegri. Al centro del tutto, il nuovo Milan. Con scelte in controtendenza col proprio passato. Igli Tare, un ds "tradizionale" (Furlani dixit). E Allegri, tecnico ben diverso (investimento compreso) da Paulo Fonseca e Sergio Conceiçao. Si cambia. E il passato resta tale, compresi gli screzi tra Ibra e Max, il messaggio della scelta. Così, sul loro rapporto, Branchini: "Non sono preoccupato. Nell’organigramma del Milan non mi risulta ci sia il nome di Ibrahimovic con un ruolo specifico. Ibra è un consulente di RedBird, ma al Milan tutti si sono resi conto che c’è bisogno di univocità, intesa: un qualcosa che negli ultimi mesi è mancato. Mi auguro che la società abbia fatto questa scelta sapendo che, oltre a cambiare qualche pedina, bisogna cambiare alcuni approcci nei confronti dei calciatori e dell’ambiente".
Con Ibra in campo, in rossonero, Allegri aveva vinto scudetto e Supercoppa italiana. In Champions, il diverbio raccontato da Zambrotta: "Con l’Arsenal, dopo aver perso 3-0, Allegri ci fece comunque i complimenti (la vittoria all’andata per 4-0 aveva garantito il passaggio del turno, ndr). Ibrahimovic si arrabbiò e quasi vennero alle mani". Episodio su cui anche l’attuale senior advisor di RedBird si è espresso: "Allegri era tutto contento, ma non c’era nulla da ridere e gliel’ho fatto notare. Mi ha risposto: "Ibra pensa per te che hai fatto ca...e". Gli ho ribattuto che aveva fatto ca...e lui". Lo stesso Ibra, poi, era andato simbolicamente incontro all’allenatore, criticato alla Juventus: "Contano solo i risultati, non il bel gioco. La penso come Allegri. Volete il bel gioco, ma se una squadra perde la giudicate solo dai risultati".
Ad accomunare i due anche Adrien Rabiot. Recente l’apertura del francese al Milan, con parole di elogio sia per Ibrahimovic ("ho imparato molto da lui al Psg"), sia per lo stesso Allegri ("ci sentiamo spesso. E se mi chiama sarò sempre disponibile a parlare"). Contratto con il Marsiglia in scadenza a giugno 2026, clausola rescissoria da 10 milioni per il centrocampista cercato dai rossoneri anche l’estate scorsa. In bianconero guadagnava 7,5 milioni, in più la spada di Damocle delle commissioni per la madre-agente Veronique: nulla di fatto e ritorno in patria a settembre (stipendio attuale 3,5 milioni più bonus). Non una priorità, al momento, ma anche in Francia, da qualche giorno, circolano dubbi sulla permanenza del 30enne, definito ai tempi della Juventus da Allegri "straordinario e con un motore diverso da tutti gli altri". E attenzione anche a Bennacer, in prestito proprio all’OM con diritto di riscatto (12 milioni).
Tra le priorità rossonere, comunque, ora c’è la questione Reijnders: valutato circa 75 milioni, in arrivo la seconda offerta del Manchester City (la prima attorno ai 60). Lo è anche trattenere Leao: oltre ai contatti con il Bayern Monaco, da registrare anche quelli con il Napoli. Il portoghese è sotto contratto fino al 2028, con una clausola da 175 milioni valida nelle prime due settimane di luglio. Altrimenti, bisogna trattare col Milan e il giocatore è considerato fondamentale da Allegri (che gliel’ha fatto sapere). In più, la lista della spesa: in cima Samuele Ricci, già nel mirino a gennaio. Con il 23enne ci sarebbe un accordo da poco più di 2 milioni a stagione, col Torino bisognerà arrivare attorno ai 30 milioni.
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