L’investitura è arrivata da una bandiera milanista. "Calhanoglu? Probabilmente è il miglior giocatore del campionato", dice Alessandro Costacurta dagli studi di Sky. Il turco fa parte della ristretta élite di quelli che possono prendersi l’investitura di “migliore“ e la candidatura si rafforza dopo la trasferta dell’Inter a Bergamo. La prestazione del turco è stata completa, condensata nelle sue giocate migliori già nel primo tempo: passaggio illuminante a Darmian in occasione del rigore, trasformazione perfetta dagli undici metri, rincorsa decisiva su Lookman lanciato a rete e scivolata perfetta per togliergli palla. Persino il claudicante Pavard (oggi sono previsti gli esami per capire l’entità dell’infortunio al ginocchio) si è voluto complimentare con il compagno dopo la rete del vantaggio.
Se tra i giocatori più importanti di cui si parla in queste settimane in chiave rinnovo non c’è Calhanoglu è perché il turco sta talmente bene nella Milano nerazzurro ed è così tenuto in considerazione dalla dirigenza che i conti con lui sono già stati fatti l’estate scorsa ufficializzando la nuova scadenza a giugno 2027. Era un titolare dal momento in cui è arrivato per sostituire lo sfortunato Eriksen, strappato al Milan a parametro zero, ma il suo impatto (pur positivo) non è paragonabile al giocatore che è diventato da quando Brozovic lo scorso anno ha lasciato aperta la casella del regista, coperta da Inzaghi inserendo il turco. L’intuizione ha cambiato il futuro dell’Inter, che si è potuta permettere di cedere il croato e il suo pesante contratto, e quella di Calhanoglu.
Un altro addio che ha reso ancora più centrale il regista nerazzurro nel progetto è stato quello di Lukaku. S’intende la cessione al Chelsea, non la rottura estiva, perché perso il suo rigorista principe e constatato che Lautaro non ha un buon rapporto con gli undici metri, Calhanoglu è diventato anche il tiratore designato dal dischetto. Finora in Serie A non ne ha sbagliato uno e quando è successo (un anno e mezzo fa contro la Juventus) l’arbitro ha ordinato la ribattuta. Ovviamente, a segno.