Il Monza e Stroppa sono già a un bivio. L'ombra di De Zerbi sulla panchina

La rabbia di Berlusconi, le rassicurazioni di Galliani, i prossimi passi sul mercato

Silvio Berlusconi e Adriano Galliani

Silvio Berlusconi e Adriano Galliani

La domanda è quasi scontata, forse banale ma purtroppo attualissima: è già finito l’idillio Stroppa-Monza? Possono bastare tre sconfitte di fila nella prime tre giornate di un campionato in cui si è al debutto per oscurare mettere da parte una promozione conquistata con le unghie e con i denti seguita da una interminabile festa che ha coinvolto tutta la Brianza? Il “day after“ Monza-Udinese è silenzioso. Dopo la delusione è il tempo della riflessione. Dopo la rabbia (di Silvio Berlusconi) e gli appunti a tecnico e squadra (sempre del Cavaliere) è il momento di fare gruppo, rialzare la testa e provare a dare una scossa.

Berlusconi: "Arbitraggio scandaloso"

Poteva (e secondo la società brianzola doveva) essere la gara della svolta quella con i friulani, invece l’anticipo del venerdì all’U-Power Stadium è stato devastante. Fuochi pirotecnici fra le tifoserie (troppo agitate), fuochi pirotecnici in campo (con i padroni di casa rimontati e beffati) e fuochi pirotecnici a fine partita, col presidente Berlusconi scatenato davanti ai cronisti. "Gli altri erano in 12, arbitraggio scandaloso, Di Bello dovrebbe chiamarsi Di Brutto". E ancora: "Iniziare la serie A con tre sconfitte è una cosa molto, ma molto negativa".

Per chiudere con lezioni di calcio e di tattica: "La squadra dovrebbe rispettare gli schemi di gioco ma non lo fa: ad esempio, quando gli avversari sono tutti nella nostra metà campo, le due punte devono restare al di là della linea di centrocampo", costringendo tre avversari a marcarli. E poi potrebbero sfruttare "i lanci del portiere per trovarsi da soli palla al piede davanti al portiere avversario. E poi prima della partita mi ero raccomandato di difendere a uomo, cosa che non è stata fatta". Insomma, nonostante le rassicurazioni di Adriano Galliani nel post-partita ("Il tecnico non si tocca"), le parole del presidente fanno intendere che Stroppa è un allenatore con “fiducia a tempo“.

Stroppa a rischio

La panchina che già scricchiolava durante le complicate settimane dei playoff promozione e non solo (la sconfitta di Perugia prima e il rocambolesco successo di Pisa poi qualche dubbio lo avevano fatto venire nella mente del Cavaliere) diventa bollente ora. E siccome in una settimana non c’è tempo per riprendere tutti i calciatori protagonisti della promozione e non confermati, a Galliani resta l’arduo compito, dopo una frenetica estate passata in ufficio o al telefono per rendere il Monza competitivo e ambizioso, di trovare le pedine giuste per sistemare una squadra che evidentemente qualche lacuna ancora ce l’ha. Si parla di altri cinque possibili innesti, dal giovane centrocampista juventino Rovella al più esperto Bakayoko (esubero al Milan).

E poi la necessità di prendere una punta di spessore: dopo averci provato con Dybala (sondaggio), Suarez (mai confermato) e Pinamonti (che ha scelto il Sassuolo), il sogno resta Icardi (che però sembra diretto in Turchia). Intanto a Monza si va avanti fra dubbi e perplessità. L’allenatore è sulla graticola, il calendario di certo non lo aiuta visto che già martedì si va all’Olimpico contro la Roma di Mourinho. Poi c’è l’Atalanta in casa, quindi il Lecce in trasferta e la Juventus in Brianza. Un ciclo di fuoco, non c’è che dire. Stroppa sa di potersi giocare ancora un paio di fiches: difficilmente verrebbe mandato via in caso di nuovo ko contro i giallorossi, ma il derby con i bergamaschi diventa la sfida della verità. Da non fallire. Anche perché il mercato a quel punto sarà chiuso e non ci saranno altri modi per intervenire se non (purtroppo, come avviene in certe situazioni) cambiando l’allenatore.

La rivoluzione e l'ombra di De Zerbi

Ma neppure il tecnico sapeva che l’avventura alla guida del Monza sarebbe stato facile, soprattutto per la serie A. In questo senso va letta anche la rivoluzione d’estate, perché molti calciatori che hanno fatto l’impresa a giugno non sono stati ritenuti all’altezza per il campionato maggiore. E sul mercato si è andati a cercare calciatori di esperienza già protagonisti a certi livelli, con tecnica, esperienza e... appeal. Uno dopo l’altro sono arrivati Cragno e Andrea Ranocchia, Caprari a Petagna, Pablo Mari e Marlon, Carboni e Birindelli, Sensi e Pessina fino a Filippo Ranocchia.

A dimostrazione di quanto davvero Galliani e la società credessero in un progetto vincente e fossero per questo disposti a fare sacrifici economici, alzando persino il tetto ingaggi. Ma per assemblarli tutti ci sarebbero voluti tempo e pazienza. Quella che Berlusconi non ha. L’innovatore De Zerbi (reduce dall’esperienza con lo Shakhtar Donetsk) è stato allertato. E non solo lui. Ma è giusto concedere qualche altra chance a Stroppa. Dopotutto è solo... l’allenatore che ha conquistato una storica promozione in serie A....