"Sconfitti" di successo: le canzoni che non hanno vinto Sanremo ma hanno fatto la storia

Dal penultimo posto di Vasco Rossi e Zucchero, a Mia Martini e Lucio Dalla lontani dal podio: i brani che hanno avuto la loro rivincita post Festival, entrando nella leggenda

Vasco super ospite del Festiva nel 2005, oltre venti anni dopo "Vita spericolata"

Vasco super ospite del Festiva nel 2005, oltre venti anni dopo "Vita spericolata"

Sulla carta "sconfitti". Nei fatti? Entrati nella storia della musica italiana. Negli annali delle edizioni del Festival di Sanremo (quella del 2021 è la numero 71) non mancano gli esempi di canzoni relegate a metà classifica o – addirittura fanalino di coda che hanno vissuto a riflettori spenti un clamoroso successo. Perché vincere è importante, certo. Ma Sanremo è anche (qualcuno potrebbe dire soprattutto) una straordinaria vetrina. Ed è ricco il parterre di artisti che, dopo piazzamenti poco brillanti in gara, hanno avuto un'ampia rivincita post kermesse.

Partiamo da due leggende della musica italiana: Adriano Celentano e Mina. Era il 1961 e quell'anno a trionfare fu "Al di là" di Betty Curtis e Luciano Tajoli mentre il Molleggiato e la Tigre di Cremona si classificarono rispettivamente secondo (con "24mila baci") e quinta (portando sul palco "Le mille bolle blu"). Nel 1962 vinse la coppia d'oro composta Domenico Modugno e Claudio Villa ("Addio, addio") mentre Tony Renis (insieme a con Emilio Pericoli) si dovette accontenare solo del quarto con "Quando quando quando", brano che ebbe un clamoroso successo internazionale, con una popolarissima cover in inglese ("Tell me when") e innumerevoli versioni (compresa quella recentissima del 2009 con Will i.am e Fergie). Nel 1966 sul gradino più alto del podio arrivarono Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti con "Dio, come ti amo" mentre Adriano Celentano rimase addirittura fuori dalla finale con "Il ragazzo della via Gluck" e Caterina Caselli arrivò seconda con "Nessuno mi può giudicare", altra canzone che ebbe successo ben oltre l'Italia, dove rimase prima in classifica di vendite per ben otto settimane consecutive, cedendo il passo solo ai Beatles con "Michelle". Nel festival del 1969 (vinto da "Zingara" di Iva Zanicchi) spicca invece il nono posto di Lucio Battisti con "Un'avventura" e il quinto piazzamento di Nada con "Ma che freddo fa". Seconda "Lontano dagli occhi" di Sergio Endrigo.

Anche Anni Settanta sono ricchi di casi clamorosi. Nel 1971 vinse "Il cuore è uno zingaro" di Nicola Di Bari ma non mancano perle musicali anche nel resto della classifica: il secondo gradino del podio fu occupato dai Ricchi e poveri con "Che sarà", terzo Lucio Dalla con "4 marzo 1943". Nell'edizione 1972 trionfò di nuovo Nicola Di Bari con "I giorni dell'arcobaleno" ma sapete chi si piazzò solo all'ottavo posto? Lucio Dalla con uno dei suoi capolavori, "Piazza Grande". Poco sopra Marcella Bella, con "Montagne verdi", arrivata settima. Verso la fine del decennio, nell'edizione 1978, va segnalato il terzo posto di Rino Gaetano con la celebre "Gianna" e il secondo posto di Anna Oxa con "Un'emozione da poco". Nulla poterono contro i primi classificati, i Matia Bazar con "...E dirsi ciao".

Per gli Anni Ottanta partiamo invece da un pezzo da novanta della musica italiana: Vasco Rossi. Il suo nome basta evocare istantanee di stadi gremiti e canzoni mandate a memoria da milioni di fan. Eppure il Blasco non ha mai vinto Sanremo, anzi. Non si è mai avvicinato al podio. La sua prima partecipazione risale al 1982 con "Vado al massimo" che arrivò in finale ma ben lontano dai gradini più alti del podio. Quell'anno vinse Riccardo Fogli con "Storie di tutti i giorni" davanti a – altri "sconfitti di lusso" – Al Bano e Romina Power con l'intramontabile "Felicità". L'anno seguente, siamo nel 1983, il rocker di Zocca ci riprovò con "Vita spericolata", che arrivò penultima (25esimo posto). Va detto che quel Sanremo (vinto da "Sarà che quel che sarà" di Tiziana Rivale) non fu avaro di canzoni leggendarie: al quarto posto si piazzarono i Matia Bazar con "Vacanze romane" e al settimo Toto Cotugno con "L'italiano".

Ma passiamo a un altro big, ovvero Zucchero. Prese parte al Festival del 1985 (vinto dai Ricchi e Poveri con "Se mi innamoro") classificandosi ventunesimo. Quale brano portava in gara? Ebbene sì, proprio l'iconica "Donne". Va detto che Fornaciari quell'anno era in buona compagnia: Eros Ramazzotti si piazzò sesto con "Una storia importante", altro evergreen della musica italiana. Pochi anni dopo (Sanremo 1989) fu Mia Martini a doversi accontentare di un piazzamento che oggi fa sgranare gli occhi: la cantante portò in gara "Almeno tu nell'universo" e arrivò solo nona. Quell'anno ad aggiudicarsi la vittoria furono Fausto Leali e Anna Oxa, con un altro capolavoro, "Ti lascerò".

E negli anni Novanta? Proprio l'edizione del 1990 vede piazzarsi solo al terzo posto il celebre "trottolino amoroso" di "Vattene amore". La canzone di Amedeo Minghi e Mietta dovette però vedersela con altri due "mostri sacri": al primo posto troviamo i Pooh con l'intramontabile "Uomini soli" e al secondo posto Toto Cotugno con "Gli amori". Nel 1994 a finire al terzo gradino del podio fu una delle indiscusse regine del pop mondiale, Laura Pausini, con la hit "Strani amori", primo singolo estratto dall'album "Laura" (4 milioni di copie in tutto il mondo). Quell'anno vinse "Passerà" di Aleandro Baldi, davanti a "Signor tentente" di Giorgio Faletti e – appunto – la canzone di Laura Pausini. Un'ulteriore nota. Sempre nel 1994 nella sezione nuove proposte faceva capolino una certa Giorgia, con "E poi...". Classifica? Settimo posto, nella sezione Nuove Proposte. L'anno seguente, però, Giorgia ebbe la sua rivincita anche sul palco della Città dei Fiori, trionfando con "Come saprei". Alle sue spalle si piazzarono altre canzoni iconiche, nell'ordine: "In amore" di Gianni Morandi e Barbara Cola, "Gente come noi" di Ivana Spagna, "Con te partirò" di Andrea Bocelli. Nel 1997 clamoroso a posteriori anche il settimo posto di Nek con "Laura non c'è", brano che ha portato alla ribalta nazionale e internazionale il cantante di Sassuolo dagli occhi di ghiaccio.

Nel nuovo millennio non sono mancati altri casi analoghi. Pensiamo al Festival del 2000: vinsero gli Avion Travel con "Sentimento", mentre Irene Grandi con la sua "La tua ragazza sempre" si dovette accontentare del secondo posto. Quarto Max Gazzè con "Timido ubriaco", settima la "cantantessa" di Catania Carmen Consoli con "In bianco e nero", decimo Gigi D'Alessio con "Non dirgli mai". In tempi più recenti (Sanremo 2012) va appuntato il secondo posto di Arisa con "La notte" e il terzo di Noemi con "Sono solo parole", in un podio tutto al femminile che ha visto trionfare Emma Marrone con "Non è l'inferno". E l'anno scorso? Ha vinto Diodato con "Fai rumore" ma c'è un'altra canzone che nessuno in Italia potrà mai dimenticare. Stiamo parlando di "Sincero" di Bugo e Morgan. Il brano resterà nella storia del festival (nella sua versione "rivisitata") dopo il clamoroso abbandono del palco, a metà della settantesima edizione. Insomma a Sanremo c'è sempre un vincitore. Ma non sempre è l'unico.