Morbegno, il racconto di Sabrina Paravicini: "L’amore mi ha salvata dal cancro"

La testimonianza dell'attrice valtellinese, che ha combattuto ogni giorno insieme al figlio

Sabrina con il figlio Nino, affetto da sindrome di Asperger (foto Francesca Del Sette)

Sabrina con il figlio Nino, affetto da sindrome di Asperger (foto Francesca Del Sette)

Morbegno (Sondrio), 28 ottobre 2020 - “Fino a qui tutto bene” non è solo il diario della lotta contro il tumore, è anche una terapia per le persone che devono curarsi. Dietro questa storia c’è Sabrina Paravicini, l’attrice originaria di Morbegno, diventata celebre per aver interpretato Jessica, nella serie televisiva Rai “Un medico in famiglia”. La sua è una storia di resilienza, di voglia di lottare, è bisogno di raccontarsi e di spiegare la potenza terapeutica dell’amore. Primo fra tutti quello tra lei e il figlio Nino, 14 anni, cresciuto con la sindrome di Asperger e diventato oggi il più giovane regista d’Italia. La vita di Sabrina cambia improvvisamente il 5 febbraio del 2019, quando le viene diagnosticato un tumore maligno al seno.

«All’inizio ero molto preoccupata", confessa lei, "Poi ho parlato con altre persone che stavano seguendo la stessa cura e ho cambiato prospettiva". L’attrice non si è persa d’animo e ha iniziato subito la chemioterapia, grazie anche al supporto del figlio Nino che, come lei stessa dice, "è stato fondamentale. Ha alleggerito tantissimo la pressione della cura con la sua leggerezza e grazia nell’affrontare la vita". Il percorso di terapia è durato un anno e mezzo ed è stato duro e invadente, ma ora è finito. Adesso Sabrina sta meglio e ha deciso di far diventare la propria storia una fonte di ispirazione per tutti.

«La mia oncologa - racconta, - mi ha detto che una paziente molto giovane non voleva fare la chemioterapia. Allora le hanno chiesto di leggere il mio testo e il giorno dopo ha deciso di farla anche lei. Quando l’ho scritto volevo dare un sentiero e una traccia da seguire non solo per i pazienti, per tutti". Ma “Fino a qui tutto bene” (Sperling e Kupfer) è anche un progetto per finanziare la ricerca contro i tumori: una parte delle vendite verrà infatti destinata alla Fondazione Airc che si occupa della lotta al cancro. Il libro, però, non è l’unica idea portata avanti da Sabrina Paravicini, c’è anche “Be kind - Un viaggio gentile all’interno della diversità”. Un documentario che racconta la storia di Nino, al quale è stata diagnosticata la sindrome di Asperger. Al progetto (che ha vinto il premio Nastri d’argento Doc: Menzioni speciali ed è stato candidato alla Selezione speciale per l’attenzione al sociale, oltre a una menzione al Taormina Film Fest) hanno preso parte nel cast lo scrittore Roberto Saviano, l’astronauta Samantha Cristoforetti e l’attore Fortunato Cerlino. "È nato da un’esperienza personale", spiega l’attrice.

«Doveva essere un film familiare. Volevo far fare a mio figlio il regista, che è il suo sogno da sempre. In questo lavoro abbiamo raccolto in modo gentile le testimonianze di persone con diversità di colore, religioni, scelte di vita o genere. L’idea iniziale era di autoprodurlo. Poi però abbiamo avuto un successo più grande di quello che ci aspettavamo e il film è stato sponsorizzato da Gucci. Abbiamo anche deciso di realizzarne una versione più corta che dura trenta minuti. Un riassunto adatto per le scuole". Quando le viene chiesto quali sono i progetti per il futuro, Sabrina sorride: "Ho un altro documentario inedito, si chiama B33 ed è il numero che mi hanno dato il primo giorno di terapia. Sto cercando di capire cosa farne. Tornare a recitare? Non lo so ancora".