Gordona, pecore uccise dai predatori: allevatori in allarme

I responsabili dell’associazione “Difesa Rurale“: "Le istituzioni non aiutano a frenare l’abbandono del nostro territorio"

I  responsabili dell’associazione "Difesa Rurale"

I  responsabili dell’associazione "Difesa Rurale"

Gordona (Sondrio) -  Ancora immagini di capre e pecore dilaniate da predatori in alta montagna. Nei giorni scorsi, nella bellissima Val Bodengo conosciuta ai più per il Canyoning e le sue cascate, si sono osservate delle predazioni così come in alcune vallette laterali. Predazioni che non lasciano certamente tranquilli gli allevatori della zona che temono per le loro greggi. Difficile individuare di quale animale si tratti ma è chiaro che l’uccisione di pecore e capre documentate dalle foto inviate è opera di un grosso predatore presente nella zona. Il problema delle predazioni è diventato assai grave in provincia di Sondrio: l’anno scorso sono state tantissime le segnalazioni in tal senso e tanti i capi azzannati dai grossi predatori che, sebbene pare non siano stanziali, spesso e volentieri transitano sulle montagne valtellinese facendo razzie e causando danni ingenti soprattutto ai piccoli allevatori.

"Siamo venuti a conoscenza dei fenomeni di predazione avvenuti in Val Bodengo e in altre valli limitrofe ma anche di quelle della Valmasino – ci dicono da Difesa Rurale, associazione nata a maggio a tutela del territorio -, ogni anno è la stessa storia. Alcuni allevatori hanno trovato animali letteralmente… mangiati. E’ un problema gravissimo che va risolto al più presto grazie ad un lavoro organico fra le autorità e le associazioni. Agli allevatori dico di denunciare le predazioni, di non avere remore perché è ora che chi di dovere conosca l’esatta misura del fenomeno". Probabile o, meglio, possibile che le predazioni in questione siano fatte dal lupo, presente anche negli anni scorsi sulle montagne valtellinesi.

«Secondo la Provincia di Sondrio di grandi predatori non ce ne sono ma questa ricerca, anche per loro ammissione, riguarda anni passati e non fotografa assolutamente la situazione attuale. Avanti di questo passo si rischia di penalizzare i piccoli allevatori, coloro che sono i custodi del territorio montano. Dopo i disastri dell’anno scorso, col lupo che ha fatto molte razzie, alcuni allevatori hanno deciso di non portare i loro capi in Val Fontana. Parliamo di 400 pecore in meno… Una delle problematiche è che non c’è nessuna forma di assistenza, gli indennizzi sono bassissimi e non coprono il reale valore del capo predato. Chiederemo di poter partecipare al gruppo di monitoraggio e di inserire anche cacciatori e allevatori così da avere il coinvolgimento dei soggetti direttamente penalizzati dalle predazioni. Va trovata al più presto una soluzione".