Livigno, il coronavirus ammazza il turismo: "Situazione gravissima"

Il presidente dell'Apt Moretti: possibile perdite del 50%

Sciatori a Livigno (National Press)

Sciatori a Livigno (National Press)

Livigno, 26 febbraio 2020 -  Da Livigno turisti in fuga e fine stagione compromesso, a Bormio effetti minori ma che andranno valutati meglio nei prossimi giorni. Il coronavirus, oltre agli effetti prettamente sanitari, sta avendo gravi ripercussioni sull’economia del Paese e ne avrà sicuramente anche nei prossimi mesi. Uno dei settori che potrebbe essere maggiormente penalizzato dall’espandersi del virus e dalla paura (spesso ingiustificata) presente in buona parte della popolazione, è quello turistico. All’estero, purtroppo, sta passando il messaggio secondo il quale è pericoloso recarsi in Italia e, ancor più, in Lombardia e Veneto.

Quello di febbraio e di marzo, nelle località sciistiche, è il mese cosiddetto delle «settimane bianche» o dei «weekend bianchi», un periodo in cui gli alberghi lavorano parecchio. E insieme agli alberghi lavora bene anche tutto l’indotto, negozi, ristoranti, bar, pub, esercizi commerciali in generale. Le norme emanate nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri a tutela della salute pubblica, bene primario, per contenere l’espansione del virus stanno provocando gravi danni economici e Livigno, località che lavora con tanti stranieri, ne sta già subendo le conseguenze.

«La situazione è gravissima – ci dice il presidente dell’APT di Livigno Luca Moretti –, solo oggi abbiamo avuto la «fuga» del 38% degli ospiti stranieri e, dai dati in nostro possesso, nelle prossime settimane potremo arrivare ad avere il 55% in meno di presenze. La gente di diversi paesi stranieri ha paura di doversi sottoporre in quarantena (come proposto dai governi di diversi stati per le persone che provengono dall’Italia e dalle zone più a rischio) e quindi se ne torna a casa. E’ veramente un disastro». Il Parlamento UE ha imposto 14 giorni di lavoro a domicilio per il personale che ha visitato il Nord Italia e altri stati  (Francia) stanno facendo lo stesso. «Noi abbiamo fatto quel che ci è possibile, attraverso i nostri uffici stampa, per rassicurare la gente e far passare il messaggio sulla situazione reale di non pericolo ma all’estero c’è ormai la percezione che non sia così. E’ veramente un grosso problema anche perché questo è un periodo in cui si lavora tanto e bene a Livigno, è il periodo delle settimane bianche».

A Bormio per ora la situazione appare meno grave, anche se in alcune strutture ricettive cominciano a fioccare le disdette. Sugli impianti la gente scia. «A livello di presenze sugli impianti non abbiamo rilevato nessuna variazione particolare rispetto alla scorsa settimana e quindi nel periodo precedente l’esplosione della problematica inerente il coronavirus – dice Fabio Giacomelli di Bormio Marketing –. Anche in questi giorni abbiamo viaggiato alla media di 5500 persone. Alcuni turisti, un po’ allarmati dalla situazione coronavirus, ci hanno chiesto delucidazioni a riguardo ma una volta rassicurati hanno continuato il loro soggiorno». Fino ad ora come è andata la stagione. «Per avere dei dati certi e definitivi bisogna attendere, ovviamente, la fine della stagione ma direi che per ora l’annata sta andando molto bene, il trend è positivo anche comparando alcuni dati con quelli della scorsa stagione. Ma i conti li faremo alla fine….». E, vista la situazione, i conti potrebbero non tornare affatto per molti operatori turistici valtellinesi perché oltre al finale della stagione si rischia di «bucare» anche la stagione estiva. Un bel problema per l’economia della zona, in primis, ma di un po’ tutta la Valle perché il comparto turistico fa lavorare tanta, tantissima, gente sia direttamente sia indirettamente.