Covid, sci ancora al palo. Indignazione bipartisan: "Ora subito indennizzi"

Sondrio, dopo l’ennesimo rinvio dell’apertura della stagione invernale intervengono Sertori, il sindacato Cgil e il segretario Pd

Impossibile sciare in Valtellina e altrove almeno sino al prossimo 5 marzo

Impossibile sciare in Valtellina e altrove almeno sino al prossimo 5 marzo

Sondrio, 18 febbraio 2021 -  Indignazione bipartisan per la situazione relativa al nuovo slittamento dell’apertura degli impianti di sci che comporta un danno economico rilevante. Tra i primi a "tuonare" contro il provvedimento di Speranza, solo 12 ore prima dell’annunciata apertura, Massimo Sertori, assessore regionale agli Enti locali, montagna e piccoli comuni che ha sottolineato l’inadeguatezza di un provvedimento così penalizzante per il mondo della montagna, criticando la tempistica con il quale è stato emesso, chiedendo ristori e risarcimenti. Anche i sindacati sono allarmati. "La Filt Cgil Sondrio – dice in il segretario generale Andrea Frangiamore - esprime massima preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare a seguito del provvedimento, firmato dal ministro della Salute che ha fermato la fuga in avanti della Regione sulle riaperture non concordate con il Governo. Il comunicato stampa del ministero sottolinea come “allo stato attuale non appaiano sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”. Siamo molto preoccupati per gli stagionali che rischiano di rimanere senza tutela reddituale e ammortizzatori sociali.

È necessario che dopo questa ennesima gaffe, Regione e Governo, convocando anche le rappresentanze sociali, si mettano subito al lavoro per definire i ristori da far pervenire nel più breve tempo possibile alle lavoratrici e ai lavoratori". E anche la segreteria provinciale del Partito democratico è intervenuta. "La scelta dell’ultimo minuto di rinviare ancora la stagione - dichiara il segretario Pd, Michele Iannotti - rende quanto mai urgente procedere con ristori e risarcimenti adeguati alle imprese e ai lavoratori che in montagna tengono in piedi un’economia fondamentale per territori come il nostro. È necessaria, per il bene del Paese, una risposta immediata, forte, unitaria, così come è stata la scelta dello stop, da parte del Governo che ha raccolto intorno a sé tutte le forze politiche con la sola esclusione di Fratelli d’Italia". "E’ chiaro - prosegue il segretario - che nell’emergenza sanitaria, che diventa sempre più ostica per la diffusione delle varianti, la priorità è rappresentata dalla tutela della salute, ma a distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia, urge mettere in piedi un sistema di programmazione serio e credibile che eviti decisioni prese da un’ora all’altra".