Sesto, stomaco asportato per errore. La donna in aula: "Non potevo più mangiare né bere"

Al processo il calvario della paziente, operata per una diagnosi errata di tumore maligno. Due chirurghi della Multimedica imputati di lesioni colpose gravissime

La donna è stata operata nel 2016

La donna è stata operata nel 2016

Sesto San Giovanni (Milano), 18 settembre 2019 - "Dopo l’intervento di asportazione dello stomaco non riuscivo a mangiare e neanche a bere. Ho dovuto sottopormi a una serie di dilatazioni in gastroscopia del buco dello stomaco, che ora è largo 3,2 centimetri". Sono passati circa 3 anni e mezzo da quel 4 aprile del 2016, quando Maria S., 53 anni, residente a Sesto San Giovanni, è stata sottoposta a un intervento di asportazione totale dello stomaco all’Irccs sestese Multimedica. Un danno che l’ha portata a pesare da 58 a 37 chili, a cui si sarebbe aggiunta la beffa di un’operazione fatta per una diagnosi errata di tumore maligno, rivelatosi invece un’ulcera gastrica. Come avrebbero poi diagnosticato le biopsie eseguite, ma i cui esiti non sono stati attesi dai due chirurghi che hanno messo la donna sotto i ferri.

Ora questa presunta vicenda di malasanità è finita a processo davanti alla giudice monocratica del Tribunale di Monza Angela Colella, che ieri ha sentito in aula la 53enne, parte civile al dibattimento con l’avvocato Francesco Cioppa. A mandare a giudizio il primo e secondo chirurgo, imputati di lesioni colpose gravissime, è stato il pm della Procura di Monza Alessandro Pepè, che rappresenta la pubblica accusa al processo. Parte civile anche il marito della paziente, madre di due figli e anche nonna, che solo recentemente è tornata al lavoro come addetta alla mensa, anche se "con una mansione ridotta". "Per un anno non ho potuto lavorare e anche a casa riuscivo a fare niente - ha raccontato la donna -. Ero debole, mangiavo solo minestrine e purè, non potevo prendermi cura di mio marito, dei miei figli e dei nipoti, anzi erano loro che dovevano prendersi cura di me". Al processo il pm ha chiamato a testimoniare anche un chirurgo che nel 2016 era uno specializzando alla Multimedica di Sesto San Giovanni.

"Ricordo che la paziente era arrivata dal pronto soccorso con inappetenza e vomito - ha spiegato il medico -. Era stata fatta una gastroscopia che aveva evidenziato una neoformazione allo stomaco ed erano state eseguite le biopsie. Si sospettava una lesione ulcerativa, che non prelude per forza a un tumore maligno. Ricordo che il giorno dell’intervento chiesi al chirurgo perché non si attendevano gli esiti delle biopsie, ma lui mi disse che la lesione impediva il passaggio degli alimenti e bisognava intervenire con l’asportazione totale dello stomaco". Al processo è emersa anche una presunta condizione di malnutrizione della 53enne che, nonostante la giovane età, ha già perso i denti. Circostanza negata da Maria, che ha mostrato al giudice una foto che la ritrae in salute per il matrimonio della figlia nel 2013. Si torna in aula il 15 ottobre.