Bresso, indagini chiuse sulla legionella: "Non c'è unica fonte, ma l'acquedotto è sicuro"

Tra le cause del contagio c'è la dispersione aerea del batterio con le "bombe d'acqua". Proseguiranno i monitoraggi

La fontana del Mappamondo di via Roma era risultata positiva

La fontana del Mappamondo di via Roma era risultata positiva

Bresso (Milano), 26 settembre 2018 - L'Ats di Milano ha chiuso le indagini sui casi di legionella che si sono verificati a Bresso lo scorso mese di luglio e che hanno causato il decesso di 5 persone e il contagio di altre 47. I dati sono stati presentati dall'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, dal direttore generale dell'Ats di Milano, Marco Bosio e dal sindaco di Bresso, Simone Cairo."A Bresso - ha detto Gallera - è stato fatto un grande lavoro grazie ad una stretta collaborazione tra Regione Lombardia, il Comune e l'ATS Milano. Sono state mobilitate oltre 70 persone, una task forse che ha indagato 101 siti per un totale di 598 campioni sottoposti ad analisi. Purtroppo non si è arrivati a stabilire quale sia l'unica fonte di contagio dei 52 casi di legionella. L'inchiesta portata avanti da ATS Milano - ha spiegato Gallera - ci ha permesso di escludere il coinvolgimento sia dell'acquedotto sia delle reti idriche interne alle abitazioni. L'evento è stato probabilmente causato dalla dispersione aerea del batterio favorita da fenomeni atmosferici straordinari, come per esempio una bomba d'acqua. Non si può escludere che qualche caso sporadico possa essere stato causato dall'acqua contaminata della fontana Mappamondo, ma non è ipotizzabile che questa possa essere l'unica causa dei 52 casi esaminati".

Riguardo alla dispersione aerea del batterio favorita da fenomeni atmosferici straordinari ha dato delle precisazioni il direttore dell'Ats milanese Marco Bosio: "Abbiamo trovato una correlazione tra l'insorgenza della patologia con degli eventi atmosferici eccezionali. Ci sono state almeno due bombe d'acqua nel periodo, specialmente quella tra il 5 e l'8 luglio, che hanno scatenato un aerosol rimasto sospeso in atmosfera che sicuramente ha favorito la diffusione del batterio".

È dunque ipotizzabile la presenza di altre fonti non identificate. "Per questo - ha concluso Gallera - Ats proseguirà il monitoraggio e i campionamenti d'intesa con l'Istituto Superiore di Sanità al fine di prevenire altri casi del genere. Entro fine anno approveremmo in Giunta un provvedimento che prevederà il censimento di tutte le torri di raffreddamento in Lombardia, norme puntuali per la loro periodica sanificazione e controlli e sanzioni da parte di ATS in caso di mancata ottemperanza". "La Regione - ha concluso Gallera - è in campo per evitare che casi come quello di Bresso o Brescia possano ripetersi, attraverso controlli e provvedimenti che impongano sanificazioni continue sul territorio. Ricordo comunque che purtroppo la legionella è presente nella nostra regione. Ogni anno si registra un determinato numero di casi di legionella che colpiscono principalmente persone con quadri clinici complessi o esposte a fattori di rischio. I casi di legionella sono stati 625 nel 2018, 633 nel 2017, 474 nel 2016, 491 nel 2015. Mentre i decessi sono stati 52 nel 2018, 60 nel 2017, 44 nel 2016, 50 nel 2015".