LAURA LANA
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Russiagate a Sesto San Giovanni: "D'amico venga sostituito"

I Giovani Sestesi contro l’assessore coinvolto nel Russiagate

L’assessore alla Sicurezza Claudio D’Amico (a destra) con Gianluca Savoini e Matteo Salvin

Sesto San Giovanni (Milano), 7 settembre 1959 - Che il sindaco decida, una volta per tutte, di “licenziareClaudio D’Amico, l’assessore leghista da mesi finito sulle cronache per il Russiagate. A chiederlo sono i Giovani Sestesi. D’Amico viene additato come il facilitatore nei rapporti tra la Russia e Gianluca Savoini, protagonista dell’incontro del 18 ottobre scorso all’hotel Metropol di Mosca dove si sarebbe discusso del finanziamento da 65 milioni che sarebbe stato destinato al Carroccio per finanziare le elezioni europee.

Ma oggi, nel mirino, ci sono anche 14 prelevamenti in contanti da gennaio 2011 a marzo 2012 per complessivi 110mila euro dal conto corrente intestato al Gruppo Lega Nord Padania. Prelievi sospetti da parte di D’Amico, secondo la Guardia di Finanza che sta ricostruendo i movimenti bancari di alcuni uomini chiave della Lega.

«Un teorema costruito ad arte, con operazioni vecchie di anni, fatte emergere solo oggi e in un contesto diverso – replica il sindaco Roberto Di Stefano -. D’Amico ci ha già spiegato che si tratta di spese e saldi, autorizzati dal partito per attività di lavoro, di partito appunto, trasparenti e legali. Tanto che sta già querelando chi afferma il contrario».

Dopo la pausa estiva, l’assessore alla Sicurezza e al Demanio è tornato a frequentare il municipio e le riunioni di Giunta. «Ora che non svolge più l’incarico ministeriale, è rientrato a tempo pieno - fa sapere Di Stefano - Non risulta indagato, non ci sono prove tangibili a suo carico, la fiducia è quella di sempre».

Nei mesi scorsi l’opposizione aveva chiesto all’esponente leghista un’audizione in aula e al sindaco di ritirargli le deleghe. Resta critico Paolo Vino, capogruppo dei Giovani Sestesi. «Che l’assessore venga a riferire in aula dei suoi affari non è più necessario. Ciò che abbiamo letto a proposito delle indagini eseguite dalla Guardia di Finanza ci basta per dire che di un personaggio così non ne abbiamo bisogno». Così, Vino chiede all’amministrazione di sostituire D’Amico. «Da troppo tempo i sestesi stanno pagando uno stipendio a chi a Sesto non mette nemmeno piede. Quell’incarico va dato a chi è in grado di lavorare per la città in modo serio e costante».