L’Alstom scende dal treno a Sesto. Addio produzione

Entro un anno in via Fosse Ardeatine solo manutenzione e riparazioni

Nel futuro prossimo a Sesto avrà sede il magazzino ricambi

Nel futuro prossimo a Sesto avrà sede il magazzino ricambi

Sesto San Giovanni (Milano) - Lo avevano definito «Centro di eccellenza mondiale per i sistemi di trazione di treni, tram e metropolitane». Qui era stato ideato il tilting, il sistema di oscillazione che consente al Pendolino di viaggiare ad alta velocità anche sui binari di vecchia generazione.

Ma ora Alstom Transport tira il freno a Sesto San Giovanni: basta produzione, entro un anno lo stabilimento sarà convertito alle sole manutenzioni e riparazioni. Con una sola nota positiva, per i lavoratori: la creazione di un unico polo di service per tutto il Centro e il Nord Italia. In via Fosse Ardeatine, dunque, saranno accorpati anche i magazzini ricambi sparsi nelle altre sedi tra Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna. Il piano industriale non è stato ancora presentato, ma i vertici aziendali lo hanno illustrato ai sindacati, nelle sue linee guida, in un incontro in Assolombarda che avrà seguito tra un mese.

«Sesto perde di fatto un altro fiore all’occhiello: non dimentichiamoci che Alstom aveva rilevato Fiat Ferroviaria, ancora prima Elettromeccanica Parizzi – rimarca Vittorio Sarti, segretario generale della Uilm-Uil Milano – È un pezzo di storia del territorio che è stato ridimensionato e che ora rischia di sparire. La riconversione non sarà facile e indolore: potrebbero esserci sovrapposizioni ed esuberi. E poi l’azienda ha già parlato di future esternalizzazioni di quello che non è il suo core business: significa che il magazzino potrebbe essere ceduto». Il nodo principale restano le commesse: «Tutto è legato ai treni regionali – rimarca Sarti – è chiaro che occorre lavoro per la produzione, ma anche per il service».

Dei 330 dipendenti, un centinaio già si occupa del service, gli altri dovrebbero cambiare mansioni: «Nella maggior parte dei casi sono professionalità simili – sottolinea Enrico Barbanti, della Rsu Fiom – Ma è prematura qualsiasi considerazione sulla riconversione. Dare allo stabilimento di Sesto una nuova missione e una nuova identità potrebbe essere anche positivo, in termini di ricadute sull’occupazione, ma è un progetto che deve avere sostanza e la sostanza sono soltanto le commesse». Il lavoro, in via Fosse Ardeatine, è garantito fino all’autunno. La preoccupazione degli operai è che altre produzioni, che avrebbero potuto ridare fiato allo stabilimento, siano dirottate nelle sedi in Francia e in India.

«Ci sono due ordini di problemi – continua Barbanti – l’incertezza sul futuro, a partire dai treni regionali, e l’ipotetica trasformazione in un segmento che potrebbe non tradursi in lavoro effettivo. Lunedì mattina ci sarà un’assemblea dei lavoratori in cui sindacati e Rsu racconteranno quanto emerso nell’incontro in Assolombarda: «Restiamo in attesa, sempre in stato d’allerta».