Rho, dai banchi del Mattei alla Cina: "Studenti in viaggio verso il futuro"

L’orgoglio della preside Maria Lamari: in cantiere stage in Oriente

Maria Lamari, dirigente dell’istituto tecnico Mattei

Maria Lamari, dirigente dell’istituto tecnico Mattei

Rho (Milano), 8 ottobre 2016 - Il cinese come la lingua del futuro. E la Cina come "terra" per gli scambi internazionali e la mobilità studentesca. Ne sa qualcosa l’istituto tecnico Mattei di Rho che nel 2010 è stata una delle prime scuole superiori della provincia di Milano a introdurre l’insegnamento della lingua cinese nel corso di studi "relazioni internazionali per il marketing" e lo scorso giugno ha "sfornato" i primi diplomati che parlano cinese. "Il preside di allora è stato davvero lungimirante", ammette l’attuale dirigente scolastico, Maria Lamari. Di strada ne ha fatta il Mattei, tanto che la preside è stata scelta dal Ministero dell’Istruzione tra gli otto dirigenti scolastici italiani che alla fine di settembre hanno partecipato a un viaggio a Shanghai finalizzato a promuovere la mobilità studentesca.

Un motivo d’orgoglio?

"Sicuramente sì. Far parte della delegazione costituita da due rappresentanti del Ministero della Pubblica Istruzione e otto dirigenti scolastici scelti tra le novanta scuole italiane dove si insegna la lingua e la cultura cinese, ha rafforzato la mia convinzione che l’istituto che dirigo sta lavorando nella giusta direzione nel suo processo di internazionalizzazione".

Cosa avete fatto a Shanghai?

"Abbiamo visitato otto scuole di eccellenza e fatto incontri con i colleghi dirigenti. Il Governo cinese sta investendo molto sull’istruzione e hanno dei licei che sono davvero all’avanguardia come strutture e come piani di studio. Il viaggio è il coronamento di un percorso di avvicinamento tra l’istituto rhodense e la realtà scolastica cinese attraverso incontri istituzionali che mi avevano portato a Trieste nel 2015, poi a Roma nei mesi di marzo e maggio 2016. Con questi incontri si sono poste le basi per la realizzazione di uno scambio tra classi anche nell’ottica di progetti di alternanza scuola-lavoro".

Vuol dire che il Mattei manderà gli studenti in Cina a lavorare?

"Dopo anni di esperienze di stage linguistici e lavorativi in Paesi del vecchio continente, posso dire che il nostro istituto ora è pronto a compiere il grande salto verso un Paese lontano ma con radici ormai profonde anche in Italia. Con questa missione abbiamo gettato un ponte che permetterà ai nostri studenti di avvicinarsi fisicamente a un mondo che per il momento conoscono solo attraverso i libri e le lezioni di lingua in classe".

Cosa farete dopo questo viaggio?

"Tra qualche mese saremo in grado di realizzare scambi di classi e progettare azioni condivise, come deciso negli incontri istituzionali con il console generale italiano a Shanghai, il direttore dell’Istituto italiano di Cultura e con i rappresentanti della Municipalità di Shanghai. Al Mattei la mobilità studentesca sta acquistando una centralità sempre maggiore nella formazione degli studenti".

E sul territorio per gli studenti che sanno il cinese, ci sono opportunità lavorative?

"Ci sono molte imprese e attività che appartengono ai cinesi, abbiamo fatto incontri con l’Associazione Imprenditori Lombardi e le Università per favorire l’alternanza scuola-lavoro anche qui. Non è facilissimo, ma stiamo lavorando anche per questo e l’interesse dimostrato dalla Cina dimostra che siamo sulla strada giusta".