Novate ricorda Vincenzo Torriani, storico Patron del Giro d’Italia

Una serata celebra il centenario della nascita con filmati d'epoca, testimonianze, familiari e illustri ospiti

Vincenzo Torriani, in piedi, con Brera e Bartali

Vincenzo Torriani, in piedi, con Brera e Bartali

Novate Milanese (Milano), 18 settembre 2018 - Novate festeggia il centenario della nascita di Vincenzo Torriani, storico Patron del Giro d’Italia. E per farlo ha organizzato, insieme alla famiglia Torriani, una serata per ricordare l’uomo che ha organizzato la corsa ciclistica più famosa dello stivale. Una serie di filmati, immagini e testimonianze sui 50 anni da organizzatore del Giro, della Milano-Sanremo e del giro della Lombardia. La storia di Vincenzo Torriani inizia nel 1944 quando, in un campo di concentramento, organizzò un torneo di calcio. Liberato, continuò a organizzare partite di calcio con il collegio San Carlo di Milano. La svolta nel 1945, quando incontrò Cougnet, primo direttore del Giro fino al ‘46.

«Mio papà mi raccontava che il Giro d’Italia era un grandissimo evento. Era il dopoguerra e c’era la voglia da parte di tutti di ricominciare, di costruire e il passaggio del Giro nelle città, ancora piene di macerie, portava sorrisi, emozioni. Univa le persone, era un momento di felicità dopo anni bui. La valenza quindi non era solo sportiva, ma anche sociale. Papà organizzò il suo primo Giro nel 1948 e continuò fino al 1992. Poi morì nel 1996 a 78 anni», spiega il figlio Marco. Marco, 66enne, fratello intermedio tra Gianni e Lilly, aveva un ottimo rapporto con il papà ed entrò nella macchina organizzativa del Giro dal’92 al ‘96.

«Papà era un grande esempio, aveva una marcia in più. Sempre con la sigaretta in bocca, mi portava sin da piccolo agli incontri in giro per l’Italia, per organizzare, incontrare, vedere. Per me Bartali e Coppi erano campioni ma anche persone di casa, sono stati più volte anche a Novate con noi». «Mi ricordo - aggiunge - che nel dopoguerra papà e lo staff seguivano il Giro con jeep abbandonate dopo la guerra da americani e tedeschi. Lo sport e il Giro era un veicolo portatore di pace. C’era un clima di festa e il ciclismo aveva una grande importanza ed infatti tutt’ora, dopo un’inflazione di eventi, è rimasto una delle competizioni sportive più seguite».

Ora Marco Torriani è in pensione e ha sistemato la casa del papà, adibendola da anni a Bed & Breakfast nel cuore di Novate. Racconta inoltre che quando viaggia, o si reca in alcuni ristoranti, le persone abbinano ancora il suo nome a quello di Vincenzo Torriani, motivo di orgoglio anche per i 4 figli di Marco, Lorenzo, Lucrezia, Letizia e Leonardo. «Sono felice di essere considerato la memoria storica della vita di mio padre e questo mi ha portato a collaborare per servizi e libri dedicati a lui. È stata una persona che ha lasciato molto sia nell’ambito sportivo sia in quello umano. Credeva in quello che faceva e gli piaceva molto. Una delle immagini che ricordo di più durante le gare, era lui con fuori la testa dalla macchina di servizio, che osservava le gare», conclude Torriani.

Il Patron del giro è stato ricordato anche sul territorio. Da anni è stato intitolato a lui il centro sportivo di atletica vicino a via Brodolini. Alla serata di ieri era presente anche la nipote di Bartali, Gioia, con cui la famiglia ha mantenuto ottimi rapporti.