Lainate, in trappola il pusher bullo che ricattava un ragazzino

I militari lo hanno arrestato dopo aver organizzato l’incontro in cui la vittima avrebbe dovutro pagare

I carabinieri hanno estratto le manette dentro il parchetto

I carabinieri hanno estratto le manette dentro il parchetto

Lainate (Milano), 26 gennaio 2017 - «Dammi i soldi e lo smartphone, altrimenti ti massacro». È stata l’ultima minaccia, l’ennesima, a convincere Matteo (nome di fantasia), 16 anni, studente di Lainate, a raccontare tutto ai genitori e poi ai carabinieri della Compagnia di Rho, che hanno messo fine al suo incubo e arrestato un 17enne per estorsione. L’unica “colpa” di Matteo era stata quella di aver acquistato da un 17enne pregiudicato, lainatese, una modica quantità di marijuana. Per Matteo era la prima volta. Voleva provare a fumare, probabilmente insieme a qualche amico. Ha pagato la sua dose fino all’ultimo centesimo.

Con lo spacciatore, decisamente più sgamato, con precedenti per furto, rapina e lesioni, non aveva più nessun debito. Solo un segreto, quello di aver acquistato la sostanza stupefacente. E il 17enne, pregiudicato, disoccupato, ha pensato di ricattare Matteo, tra l’altro dicendo che gli doveva ancora una somma di denaro. Quel giorno, circa tre mesi fa, è iniziato un incubo per Matteo: il 17enne lo chiamava in continuazione, minacciando di raccontare tutto, e in cambio chiedeva denaro. Ogni giorno sempre di più. Qualche settimana dopo alle richieste di denaro si sono aggiunte le minacce fisiche: «Se non mi consegni i soldi ti picchio».

Matteo aveva paura del 17enne, era diventato ansioso, ha mantenuto il segreto e sopportato le minacce fino a qualche giorno fa, quando ha deciso di confessare tutto ai propri genitori, che non hanno avuto dubbi sul fatto di rivolgersi ai carabinieri. Lunedì scorso Matteo, accompagnato dal padre si è recato nella caserma di via Pertini a Rho e ha raccontato tutta la vicenda ai militari rhodensi.

Il 16enne ha mostrato ai carabinieri l’elenco delle telefonate ricevute dal 17enne, tutti i messaggi minatori che lo stesso inviava, le richieste di denaro. Nell’ultimo messaggio, il 17enne pregiudicato chiedeva a Matteo di andare urgentemente al parco Cavour di Rho con la somma di 150 euro e lo smartphone, «altrimenti la prossima volta che ti vedo in giro di picchio». I militari hanno organizzato insieme alla vittima la trappola per il suo estorsore, hanno segnato le banconote da consegnare allo spacciatore e accompagnato Matteo all’appuntamento nel parco. Il 16enne era molto agitato, nonostante la presenza dei militari in borghese, ma si è fatto coraggio, si è avvicinato al 17enne, gli ha consegnato il denaro.

A quel punto sono intervenuti i carabinieri che hanno bloccato il baby pregiudicato, traendolo in arresto in flagranza per il reato di estorsione. Il minorenne arrestato, proveniente peraltro da una famiglia già nota alla giustizia, al termine delle formalità di rito, è stato condotto presso l’istituto di pena minorile «Cesare Beccaria» di Milano, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria minorile di Milano. Matteo non dimenticherà di sicuro quella «fumata» che con molta probabilità dovrebbe essere anche l’ultima della sua vita.