Parco delle Groane: la droga è low-cost

Cesate, Solaro, Garbagnate sono le nuove mete della droga a basso costo nel bosco

Una delle tende usate dagli spacciatori

Una delle tende usate dagli spacciatori

Garbagnate (Milano), 4 marzo 2019 - Viaggio fra i rifiuti lasciati da tossici e spacciatori nel Parco delle Groane. Cesate, Solaro, Garbagnate sono le nuove mete della droga low cost oltre la stazione (chiusa) di Ceriano Laghetto. Siamo nel takeaway dello spaccio: niente siringhe a terra, qualche stagnola utilizzata dagli sniffatori, qui si compra e la dose si consuma altrove. Sono le dieci di mattina e tappa dopo tappa, gli spacciatori ci sono sempre e fuggono. Dietro di loro, i bracieri accesi, gli avanzi di pietanze non consumati, bottiglioni di rum o di vodka da due litri che non si trovano nei supermercati.

Dalle tane dei pusher che vivono nel bosco 24h24 esce un odore irrespirabile. Capanni, tende, stanno all’opposto di quello che normalmente consideriamo rifugio, riparo e descrivono condizioni di vita disumane. Puzza, sporcizia, escrementi, pericolo sono ovunque. Dentro le tende, insieme ad abiti sporchi, agli avanzi di cibo, si trovano anche machete e spade. Armi da taglio, da guerra, usate per difendere la piazza. Una dose di eroina vale due, tre euro. Vale un pacchetto di lamette da barba rubato in un negozio.

«Vale i soldi che hai in tasca», dicono gli agenti di polizia locale del Parco che ci accompagnano. Molti tossici della zona sono facce note alle forze dell’ordine: la ragazzina che ora si prostituisce, il giovane operaio che lavora in fabbrica e quando smonta il turno fa la “spesa” per lui e la sorella. Prima tappa in via Repubblica al limitare della Riserva Ca del Re fra Solaro e Bollate. «Luogo ideale per lo spaccio da sempre», dicono gli agenti. Il presidente del Parco Roberto Della Rovere fotografa i cumuli di immondizia e avverte i volontari Gev (Guardie ecologiche) che c’è un’altra zona da ripulire. Seconda tappa. Ci fermiamo ai bordi delle mura di cinta dell’ex fabbrica di grissini a Cesate. Anche qui i pusher, avvisati dai pali, scappano. Dentro il tronco di un albero troviamo sacchetti domopak nuovi, vengono utilizzati per la suddivisione della droga prima dello smercio.

Per pubblicizzare la piazza, i pusher hanno sfruttato la vicina pizzeria, facendo incetta di bigliettini da visita poi distribuiti fra i consumatori per rendere facile la localizzazione del luogo. Lo slogan? «A pochi passi dal ristorante». Siamo tra via Cellini e la XVI strada a Cesate. Ai bordi dell’asfalto c’è di tutto. Ultima tappa sotto il cavalcavia fra Garbagnate e Senago. Cento metri di bottigliette d’acqua appese agli alberi. Il segnale. Ci fermiamo qui, la rete di sentieri è troppo vasta e impossibile da inseguire, da sorvegliare. Un tizio di mezz’età con gli occhi stralunati sbuca dalla brughiera e si finge uno sportivo, ma fin qui sarà venuto per comprarsi qualche grammo.