Garbagnate, farmaco per la colite batte il Covid

All’ospedale primo caso al mondo di paziente guarito dopo il trattamento con Infliximab

Gianpiero Manes direttore del reparto di gastrologia dell’Asst Rhodense

Gianpiero Manes direttore del reparto di gastrologia dell’Asst Rhodense

Garbagnate Milanese (Milano), 12 giugno 2020 - Ricoverato per una colite ulcerosa, ammalatosi anche di Covid-19, è stato curato con l’anticorpo monoclonale Infliximab e in pochi giorni è migliorato in entrambe le patologie. È il primo caso al mondo e la nuova speranza contro il coronavirus Sars-CoV-2 arriva dell’Asst Rhodense. La ricerca è stata pubblicata su Gut, una delle principali riviste di gastroenterologia perchè, come precisa l’azienda socio sanitaria, "questo trattamento potrebbe supportare l’ipotesi che il farmaco sia utile nella terapia per Covid-19".

Lo studio è stato condotto da Gianpiero Manes, direttore della gastrologia dell’Asst Rhodense, in collaborazione con il reparto Covid pneumologia di Garbagnate Milanese. Il paziente curato con il farmaco biologico è un uomo di 40 anni, "è arrivato all’ospedale di Rho con una colite ulcerosa molto grave, nel frattempo ha sviluppato anche un’infezione da citomegalovirus e una polmonite da Covid-19, è stato trasferito immediatamente nel reparto di pneumologia dell’ospedale di Garbagnate Milanese che nel frattempo era stato trasformato in un reparto dedicato alla cura esclusiva dei malati da coronavirus - spiega il medico - sottoporre il paziente ad un intervento chirurgico con una polmonite in corso sarebbe stato molto rischioso in quanto aveva le difese immunitarie basse. Abbiamo utilizzato l’Infliximab, farmaco per il trattamento di malattie infiammatorie croniche intestinali come il Crohn e la colite ulcerosa, e dopo soli cinque giorni abbiamo visto che respirava meglio. Lo abbiamo sottoposto ad una Tac e l’esame ha confermato che c’era un netto miglioramento al quadro polmonare".

I giorni successivi hanno avvalorato la tesi che l’Infliximab era il farmaco giusto e il paziente ha iniziato a respirare da solo senza bisogno di maschere o altre apparecchiature, "questi miglioramenti, insieme ad altre verifiche di rilievo, per noi sono stati il segno che la terapia funzionava", aggiunge il direttore dell’unità operativa. L’anticorpo monoclonale, dunque, si va ad aggiungere alla lista degli "alleati farmacologici" in quanto efficace su infezioni croniche legate ai disturbi gastrointestinali dovuti alla Sars Cov 2. Utilizzato per trattare le malattie autoimmuni con il nome tecnico-farmacologico del Remicade, per Infliximab è il primo caso assoluto di trattamento terapeutico anti-Covid. Lo studio coadiuvato dal team di ricerca scientifica dell’ospedale di Rho con la collaborazione del reparto di pneumologia anti-covid ha battezzato la sua incisività anti-infiammatoria, scongiurando i rimedi di lunga durata.

«I miglioramenti del quadro polmonare sono stati monitorati quotidianamente dall’équipe del reparto di pneumologia che in questi mesi è stato in prima linea nella cura dei malati Covid e quindi aveva le competenze per valutare l’efficacia - continua Manes - l’altro giorno ho incontrato il paziente in reparto e stava bene, ieri è stato dimesso in quanto negativizzato rispetto al Covid e con una colite ulcerosa sotto controllo". Primo caso al mondo e motivo di orgoglio per l’Asst Rhodense che in questi tre mesi con oltre 1000 ricoveri per Covid 19 è stata una delle aziende che ha gestito il maggior numero di pazienti positivi della provincia di Milano. E che ancora oggi collabora con specialisti di altre aziende regionali per studiare i risultati della pandemia e contribuire alla ricerca di eventuali conseguenze derivate dal virus.