Coronavirus, ceste solidali a Rho: quando le buone azioni diventano contagiose

L’iniziativa della Brigata Visone si è estesa ad altre realtà del nord ovest

Le volontarie in azione

Le volontarie in azione

Rho (Milano), 18 maggio 2020 - «Abbiamo sentito l’urgenza di intervenire subito e direttamente in questo difficile contesto. Alla preoccupazione per la situazione sanitaria si è affiancata l’emergenza sociale. Redditi precari e intermittenti sono stati spazzati via dalla crisi e in molti si sono trovati, letteralmente da un giorno all’altro, a non disporre più di una fonte di entrate. L’idea delle ceste solidali è nata sull’esempio delle Brigate Volontarie per l’Emergenza di Milano e ha avuto un grande successo". E’ la testimonianza di alcune volontarie della Brigata Visone di Rho, la Brigata di solidarietà intitolata a Giovanni Pesce, il leggendario Comandante Visone delle formazioni partigiane attive nel rhodense durante la Resistenza, che ha promosso in città le ceste solidali per aiutare cittadini e famiglie in difficoltà. Un progetto e un meccanismo semplice "chi può metta, chi ha bisogno prenda".

«Abbiamo messo a disposizione un numero di telefono per intercettare richieste di aiuto materiale immediato e per aggirare le restrizioni alla libertà di movimento nella fase 1 abbiamo installato in vari punti ceste e cassette contenenti generi alimentari di prima necessità e prodotti per l’igiene personale - spiegano le volontarie - Chi ha necessità può prendere liberamente e gratuitamente i prodotti contenuti nelle ceste, mentre chi ha disponibilità e vuol dare una mano alla comunità può rifornirle, così che non siano mai vuote e la solidarietà popolare si autoalimenta secondo un’economia circolare basata sul dono". Un’idea contagiosa: ad un mese dall’inizio del progetto le ceste sono 19 a Rho, 4 a Parabiago, 3 a Nerviano, 2 a Lainate, 2 a Pero e 2 a Pogliano Milanese.