La Bitumati pronta ad aumentare la produzione, cittadini in rivolta

Bollate, la contestata fabbrica di via Pace chiede di incrementare del 30% la produzione. Assemblea dei residenti: "Basta veleni, vogliamo tornare a respirare"

Lo stabilimento della Bitumati 2000 a Bollate

Lo stabilimento della Bitumati 2000 a Bollate

Bollate (Milano), 15 gennaio 2017 - "È qui che vogliamo vivere. È qui che vogliamo tornare a respirare". Incontro affollatissimo a Cassina Nuova per fare il punto sui tanti disagi provocati dalla Bitumati 2000 di via Pace, le cui emissioni rendono l’aria irrespirabile nella frazione. L’azienda, a ridosso delle abitazioni, ha preso il posto della Cooperativa Selciatori nel 2015 e reso la vita impossibile alle famiglie che devono convivere con puzze e rumori insopportabili da cui nemmeno con le finestre chiuse riescono più a proteggersi.

I controlli Arpa hanno rilevato uno sforamento dei limiti imposti per le immissioni e nonostante questo - mentre i tecnici progettano la carenatura del sito per il contenimento delle "molestie acustiche e olfattive" - la ditta guarda avanti e si prepara ad aumentare del 30% la produttività. Una prospettiva che fa indignare le famiglie di Cassina Nuova già costrette da troppo tempo a sopportare camion, polveri e cattivi odori.

"La Bitumati ha effettuato il doppio della produzione consentita, lo dice l’Arpa. Sappiamo, inoltre, che hanno richiesto di poter aumentare le immissioni a 500mila tonnellate annue. Nel sito ci sono ciminiere che non sappiamo se attive o spente e silos sprovvisti di filtri", spiegano Sara D’Andria e Giulia Pagani, due delle donne in prima linea per salvare la frazione dal fumo e dal catrame che ammorbano aria e suolo. "Servono più controlli, vogliamo chiarezza. Ci hanno detto che era tutto in regola, ci hanno presentato solo verbali a metà. Mostrato dati di sopralluoghi fatti a bassi regimi di produzione. Basta! Abbiamo il diritto di essere informati e ascoltati", proseguono Sara e Giulia, promotrici della petizione che ha raccolto circa 1.300 firme e anche dell’incontro che ha riempito venerdì sera la sala della Parrocchia.

In campo è scesa anche Legambiente, il cui circolo locale si è da poco ricostituito, annunciando la possibilità di ricorrere anche alle vie legali. All’assemblea era assente il primo cittadino Francesco Vassallo che prepara una contro-assemblea per il 10 febbraio. «Vogliamo la Bitumati lontana dalle nostre case», dicono i cittadini. Che al sindaco di Bollate chiedono di farsi «garante della nostra salute».