Arese, il sindaco Palestra: "Operai dell'Alfa morti senza un perché"

Le reazioni dopo l'assoluzione degli ex manager del gruppo

Gli operai dell’Alfa Romeo avevano protestato per denunciare l’esposizione all’amianto

Gli operai dell’Alfa Romeo avevano protestato per denunciare l’esposizione all’amianto

Arese (Milano), 25 giugno 2019 - Ancora una volta tutti assolti. Anche in Appello a Milano, gli ex vertici ed ex manager di Fiat, Alfa Romeo e Lancia, imputati per la morte di 15 operai dello stabilimento Alfa Romeo di Arese causata, secondo l’accusa, da patologie tumorali dovute all’esposizione all’amianto. I giudici ieri hanno confermato l’assoluzione per l’ex ad di Fiat Auto Paolo Cantarella, per l’ex presidente Fiat Giorgio Garuzzo, per l’ex presidente di Lancia Industriale Pietro Fusaro e per altri due ex ad di Alfa Romeo. A maggio 2017 il giudice Paola Braggion della IX sezione penale aveva assolto con formula piena "perché il fatto non sussiste" tutti i cinque ex manager.

"Noi eravamo li come parte civile, a testimoniare la vicinanza del Comune alle famiglie degli operai deceduti per il lavoro svolto sul nostro territorio. Quello che è successo all’Alfa ci riguarda", dice la sindaca di Arese Michela Palestra a margine della pronuncia della sentenza della quinta corte d’Appello di Milano, presieduta da Monica Fagnoni. "In questo processo alcune famiglie sono state risarcite e sono uscite dal procedimento, altre sono state colpite da un grave lutto e non ottengono da questo processo alcuna risposta sulle responsabilità - aggiunge la sindaca -. Nel primo grado erano già emerse carenze istruttorie e questo ha probabilmente avuto un peso importante anche in questa sentenza". Nel dibattimento tra le parti civili, oltre ai familiari di alcuni dei lavoratori morti e il Comune di Arese, figuravano Regione Lombardia, l’associazione italiana esposti amianto e il sindacato Slai Cobas. "Vogliamo giustizia per gli operai morti", la voce inascoltata di Corrado Delle Donne, ex operaio e rappresentante dei Cobas.

Il sostituto pg Nicola Balice aveva chiesto condanne per gli ex manager fino a 8 anni di reclusione: in particolare, aveva chiesto 6 anni per l’ex ad di Fiat Auto Cantarella, 5 anni per l’ex presidente Fiat Garuzzo, 8 anni per l’ex presidente di Lancia Industriale spa Fusaro e rispettivamente 5 e 8 anni per due ex ad di Alfa Romeo. "Quello che abbiamo voluto sottolineare anche in questa udienza è la speranza di vedere attuato un principio di equità rispetto alle persone coinvolte da questa tragica vicenda. La nostra presenza come Comune dentro il processo era per testimoniare la nostra vicinanza alle famiglie dei lavoratori. Questa sentenza non ci sorprende, ora attendiamo le motivazioni che la corte depositerà entro 90 giorni e poi ci potremo esprimere meglio. Certamente siamo dispiaciuti, dispiaciuti che non ci sia un riconoscimento per le vittime e non possiamo dire di esserne sorpresi". Ora si attende il giudizio di terzo grado.