Amianto ex Alfa, chieste in Appello condanne per 5 dirigenti

Operai morti di tumore, le richieste della Procura generale di Milano dopo le assoluzioni in primo grado

I tecnici addetti alla rimozione dell'amianto con le tute speciali

I tecnici addetti alla rimozione dell'amianto con le tute speciali

Arese (Milano), 12 dicembre 2018 - La Procura generale di Milano ha chiesto cinque condanne fino a 8 anni di reclusione per gli ex vertici ed ex manager di Fiat, Alfa Romeo e Lancia accusati di omicidio colposo, e assolti in primo grado, nel processo d'appello con al centro una quindicina di casi di operai morti per forme tumorali provocate, secondo l'accusa, dall'esposizione all'amianto (messo al bando negli anni '90), dopo aver lavorato negli stabilimenti dell'Alfa Romeo di Arese .

In particolare, il sostituto pg Nicola Balice, che nella scorsa udienza aveva parlato per cinque ore per chiedere le condanne e oggi ha depositato ai giudici l'entità delle pene, ha chiesto 6 anni per l'ex ad di Fiat Auto Paolo Cantarella, 5 anni per l'ex presidente Fiat Giorgio Garuzzo, 8 anni per l'ex presidente di Lancia Industriale spa Pietro Fusaro e rispettivamente 5 e 8 anni per due ex ad di Alfa Romeo. «Forse ci sarà giustizia per i 15 operai dell'Alfa Romeo di Arese, morti per una 'sentenza inappellabile': mesotelioma pleurico provocato dall'amianto, respirato per decenni nel luogo di lavoro», hanno dichiarato Fulvio Aurora, per Medicina Democratica, Maura Crudeli, per l'associazione Italiana Esposti Amianto e Michele Michelino, per il Comitato per la Difesa della Salute nei luoghi di lavoro e nel territorio.

Oggi ha parlato in aula anche l'avvocato Laura Mara per le parti civili Medicina Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto. Il pg nella scorsa udienza aveva sottolineato le «gravissime lacune motivazionali» del verdetto di primo grado, spiegando le ragioni di richieste di condanna anche superiori rispetto a quelle del primo grado. La quinta sezione d'appello ha aggiornato il processo all'8 gennaio 2019.