Lombardia, mini rimpasto e un'incognita: la partita Fontana-Moratti

Milano, contatti con Giorgia Meloni ma l’assessore al Welfare non è nell’esecutivo. La Lega non ostacolerebbe un altro incarico di rilievo per evitare una corsa a due

Letizia Moratti e Attilio Fontana

Letizia Moratti e Attilio Fontana

Milano - Ora che il governo Meloni è fatto, si apre una settimana decisiva ai piani nobili della Regione Lombardia. Non tanto per sostituire l’assessore alla Famiglia Alessandra Locatelli, decaduta quando ha giurato come ministra alla Disabilità: le sue deleghe le assumerà ad interim il governatore Attilio Fontana. Non ci sarebbero urgenze di rimpasto – l’altro assessore in partenza, Fabrizio Sala eletto deputato, non dovrà esser sostituito prima di qualche settimana –, ma c’è una questione aperta tra il presidente leghista e la vice e assessore al Welfare Letizia Moratti. Che ha annunciato, come e prima di lui, di volersi candidare alle elezioni regionali del 2023. E che attende, come Fontana, che il centrodestra ufficializzi chi sarà il suo candidato.

Lo scontro era deflagrato dopo le elezioni politiche, la resa dei conti s’era arenata col presidente a dichiarare che "il rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato", e si riservava "una decisione definitiva dopo un confronto coi leader del centrodestra". Congelato però, su input di Giorgia Meloni, sino alla formazione del governo. Uno stallo da tagliar col coltello, con Moratti che sarebbe rimasta granitica nell’idea di candidarsi comunque con la propria lista civica, fino a questa settimana: il presidente e la vice sono comparsi insieme, Fontana ha addirittura dichiarato che "non c’è mai stata tensione. Stiamo lavorando benissimo insieme"; ha anche detto, però, che dall’imminente vertice del centrodestra attende solo "conferma che io sarò il candidato".

L’indomani è uscito un nuovo sondaggio di Winpoll che, come quello di agosto, prefigura una Moratti pigliatutto, che batterebbe Fontana sostenuto dall’intero centrodestra con la sua lista civica all’11,8%, il terzo polo e il Pd. E però Carlo Calenda, che l’aveva definita "un’ottima candidata" scatenando i sospetti della Lega, ieri parlando di "tante opzioni" ha aggiunto: "Moratti non ho capito se si vuole candidare per la destra o la sinistra indipendentemente, questo un po’ di differenza la fa". Quanto al Pd, messo alle strette dai 5 Stelle (O l’alleanza con loro "o Moratti"), venerdì ha convocato, prima volta da mesi, una conferenza stampa critica sulla sanità lombarda, e il segretario regionale Vinicio Peluffo di Moratti ha detto che "gioca nel campo avverso. Interessante capire fino a dove pensa che le cose non funzionino in Lombardia".

Il centrodestra invece, in particolare la Lega, farebbe volentieri a meno di una candidatura della vice se Fontana fosse il prescelto, ragiona una fonte del Pirellone ricordando come l’offerta di un incarico di altissimo profilo potrebbe sussistere anche dopo la formazione del governo. Nelle ultime ore di totoministri il nome di Moratti era rispuntato per la Salute, e c’è stata una telefonata con Giorgia Meloni. La velocità con cui s’è congratulata con la prima premier donna, dopo la lettura della lista, a qualcuno ha fatto pensare che Moratti, per quanto la riguardava, ne conoscesse il contenuto meglio di alcuni futuri ministri.