Autonomia, il patto che divide: ecco come la pensano i candidati alle elezioni regionali

Lombardia, l’ultimo atto della giunta Maroni in eredità al nuovo governatore

I candidati alle regionali in Lombardia (Newpress)

I candidati alle regionali in Lombardia (Newpress)

Milano, 27 febbraio 2018 - Domani il presidente della Regione, Roberto Maroni, sarà a Palazzo Chigi per firmare l’intesa preliminare sull’autonomia. Un documento che dovrà essere confermato ed attuato dai prossimi Governi, sia nazionale che regionale. Le materie coinvolte per ora sono 5 sulle 23 possibili, ma si introduce il criterio dei fabbisogni standard per stabilire quante risorse debba avere la Lombardia e si prevede la compartecipazione regionale al gettito di un tributo. La gestione dell’autonomia è uno dei temi che ha caratterizzato la campagna elettorale. Ecco come la pensano i candidati alla presidenza

CENTROSINISTRA: Una buona intesa ma non serviva spendere 50 milioni - Giorgio Gori è stato tra i sindaci del centrosinistra che hanno appoggiato fin da subito la richiesta al Governo di una maggiore autonomia. Tra le liste che lo sostengono nella corsa alla presidenza della Regione c’è anche una lista per le autonomie. Premesso questo, non ha condiviso il metodo scelto dal governatore uscente Roberto Maroni per ottenerla (il referendum) né la tesi dello stesso Maroni secondo la quale l’autonomia avrebbe consentito alla Lombardia di trattenere entro i propri confini la metà del residuo fiscale. Alla luce dell’intesa preliminare che sarà siglata domani a Palazzo Chigi tra il Governo e la Regione, Gori dice: «Una buona intesa, molto più vicina a quella che dicevamo noi sindaci del centrosinistra. Sottolinea che se la Regione può siglarla è grazie ad un governo di centrosinistra e se Maroni ci avesse ascoltato, saremmo arrivati a questo accordo già 2 anni fa. Invece ci arriviamo insieme all’Emilia Romagna che non ha fatto il referendum e non ha speso 50 milioni di euro. Quella di domani è una pre-intesa che dovrà essere portata avanti dai prossimi governi nazionali e regionali: io lo farò, se eletto». 

MOVIMENTO 5 STELLE: Accordo al ribasso tra due governi finiti. Daremo la vera svolta - Per Dario Violi, candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Lombardia, «l’accordo sull’autonomia raggiunto da Roberto Maroni con il Governo è più che al ribasso perché si sono ottenute competenze su 5 materie e si era partiti col pretenderne 23. Delle 5 che si sono ottenute, solo due sono importanti: l’istruzione, da un lato, la ricerca e l’innovazione, dall’altro. Non c’è, invece, il coordinamento della finanza pubblica». Oltre che questioni di merito, Violi solleva anche una questione politica: «Non ha senso che un governatore uscente blindi un accordo sull’autonomia con un Governo finito. Il prossimo presidente deve avere mani libere per ottenere l’autonomia che meritano i lombardi. È solo l’ultima presa in giro di Maroni ai lombardi. Noi – promette il candidato governatore dei Cinque Stelle – riapriremo la partita con la nuova legislatura per portare risorse vere ai territori. Il nostro obiettivo è portare 10 miliardi di euro in più in regione».

CENTRODESTRA: Risultato storico e siamo solo all’inizio, avremo più risorse - Per Attilio Fontana, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, l’intesa sull’autonomia raggiunta da Roberto Maroni col Governo è «un risultato storico». A chi contesta l’inclusione di sole 5 materie, a fronte delle 23 possibili, Fontana replica: «Le materie non possono essere trasferite tutte insieme perché diverrebbe difficile dal punto di vista organizzativo. Queste sono le prime per le quali sia il Governo che la Regione sono pronte, le altre arriveranno strada facendo. Ci vorrà del tempo ma la cosa importante sono i principi che verranno affermati in questa prima risoluzione: avremo più risorse e più potere decisionale – assicura Fontana –. Questo accordo tocca alcuni dei punti nevralgici dei rapporti tra i territori e Roma, basti pensare al tema delle risorse: in termini davvero innovativi si sancisce finalmente l’intesa sul sistema del fabbisogno standard». «Non siamo ancora arrivati al traguardo finale – ammette il candidato governatore del centrodestra – ma nei prossimi mesi l’attenzione al tema dovrà essere massima: non dobbiamo mettere a rischio queste conquiste»

LIBERI E UGUALI: Trattativa-burla a Parlamento e Consiglio chiusi - Per Onorio Rosati, candidato di “Liberi e Uguali” alla presidenza della Regione, non c’è nulla da salvare nell’affaire-autonomia. «Ho votato contro l’indizione del referendum e continuo a pensare che il centrosinistra abbia sbagliato ad accodarsi alle scelte della Lega e di Roberto Maroni, il quale ha avviato un confronto col Governo per poi dichiarare la settimana successiva che non si sarebbe ricandidato. Quelle sull’autonomia devono essere trattative serie ed è sbagliato avvengano a Parlamento chiuso e a Consiglio regionale chiuso, a meno che non si vogliano trasformare in burle. E poi – conclude Rosati – dov’è finita la promessa di trattenere in Lombardia il residuo fiscale?».

SINISTRA PER LA LOMBARDIA: Un patto farlocco: stiamo discutendo del nulla assoluto - Per Massimo Gatti, candidato presidente di “Sinistra per la Lombardia” la firma dell’intesa preliminare sull’autonomia tra il Governo e la Regione rappresenterà «la conclusione farlocca di un referendum farlocco al quale ha partecipato la minoranza degli aventi diritto al voto. Il documento che sarà firmato – spiega Gatti – e non decide niente, ma rimanda ogni vera scelta al Parlamento, che dovrà decidere a maggioranza qualificata. Quindi ora stiamo discutendo del nulla assoluto».

CASAPOUND: Spreco di soldi: la giustizia sociale si fa in altri modi - L'autonomia lombarda non è tema nelle corde di Angela De Rosa e di CasaPound, il movimento per il quale si candida alla presidenza della Regione. «Capisco alcune rivendicazioni e la rabbia dei lombardi che si sentono defraudati ma il principio della giustizia sociale può e deve essere garantito a tutti i cittadini italiani, senza distinzioni tra nord, sud e centro, attraverso la sovranità, anche monetaria, della nostra nazione. Credo che il referendum autonomista sia stato un intule spreco di soldi». 

GRANDE NORD: Finora impegni traditi e un referendum flop, noi i veri autonomisti - Giulio Arrighini, candidato di Grande Nord alla presidenza della Regione, ritiene fondamentale la causa autonomista. Il suo movimento ambisce a porsi come «il sindacato del Nord». Premesso questo, Arrighini sottolinea come ci sia stato «chi ha usato il referendum a scopo strumentale, comprometttendo così la credibilità del progetto». «Mi riferisco al governatore uscente Roberto Maroni – precisa lo stesso Arrighini –, che aveva promesso di trattenere le tasse sul territorio nella misura del 75% e non ha realizzato questa promessa. Credo che certi obiettivi dichiarati non si siano poi realizzati anche perché il referendum ha visto esprimersi solo il 34% dei lombardi».

1- Continua